«Daniele Seccarecci? Sarà dimenticato in fretta»

Nella sua Amaca su Repubblica, Michele Serra oggi parla di Daniele Seccarecci, il campione di body building morto a 33 anni:

Gonfio di robaccia (anabolizzanti, ormoni della crescita) è morto a 33 anni, solo in una camera d’albergo come Pantani, il campione di body building (culturismo) Daniele Seccarecci. Sarà dimenticato in fretta, perché la disciplina che gli è stata fatale è ancora relegata (e si capisce) tra le bizzarrie umane piuttosto che tra gli sport. Ma non è meno vittima, il povero Daniele, di altre vittime più famose di lui; e anzi la sua piccola fama rende ancora più straziante il suo martirio farmacologico – nessuno che lo aspettasse sul Tourmalet, nessuna speranza di avere per sé le prime pagine dei giornali, o soldi in proporzione alla fatica, al rischio, alla deformazione artificiale del suo corpo. La diffusione delle droghe “da rendimento” è spaventosa, perché è di massa e perché è socialmente alimentata da una cultura (culturismo?) della prestazione che schiavizza il corpo e annienta la psiche. Di persone “gonfie” è piena la nostra quotidianità, rane che vollero farsi bue, come se non fosse già magnifico essere una rana. A Daniele rivolgiamo un pensiero affettuoso e colmo di rimpianto per essere stati incapaci, lui e noi, di difendere la bellezza insuperabile della normalità, della natura, di come si è.

Daniele Seccarecci, chi era

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