Dario Argento e gli agenti del Mossad che possono uccidere Asia Argento

13/11/2017 di Redazione

Dario Argento è intervenuto a Domenica In per affrontare la vicenda che riguarda sua figlia Asia, le molestie sessuali subite nel mondo del cinema e in particolare dal produttore cinematografico Harvey Weinstein.

 

DARIO ARGENTO DIFENDE SUA FIGLIA ASIA ARGENTO CON COMPLOTTISMO ESAGERATO

Il padre di Asia Argento ha ammesso di non essersi mai accorto di simili molestie subite dalla figlia in passato. «Io tutte queste cose non le avevo capite, sarò un cretino o sarò accecato dall’affetto per mia figlia: lei è perfetta, è pura, ma è circondata da maiali». Dario Argento ha spiegato i comprensibili timori della figlia per la sua sicurezza con una frase sinceramente sconfortante per il sapore complottista. «Asia teme per la propria vita e per quella dei suoi figli, non esce più di casa per paura di questi agenti israeliani (quelli del Mossad, ndr.), assoldati da Weinstein, perché questa è gente che spara, minaccia, sono persone pericolosissime. Ha paura e, per me, ha ragione ad averne». Il fatto ricordato da Dario Argento è vero. Harvey Weinstein aveva assunto, come ricordato dal settimanale New Yorker, agenzie di sicurezza private per bloccare le rivelazioni su di lui.

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Tra di esse c’era anche Black Cube, società di sicurezza formata da ex agenti dei servizi segreti israeliani, noti come Mossad. Black Cube però non è una società sospettabile, in alcun modo, di uccidere su commissioni. Asia Argento come suo padre Dario possono stare tranquilli sul punto, anche perché simili affermazioni purtroppo squalificano le dichiarazioni dell’attrice. Il regista ha inoltre affermato a Domenica In di sapere chi sia il noto attore e regista che ha molestato sessualmente Asia Argento quando aveva 16 anni, ma come sintetizza Adnkronos ha detto di volerlo dichiarare solo dopo il via libera di sua figlia.

Foto copertina: ANSA/ FRAME VIDEO RAI1

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