De Luca: «Io parte lesa. Sostengo la magistratura». I pm: «È stato minacciato»
11/11/2015 di Redazione
Non lo cita espressamente, ma quando Vincenzo De Luca parla di «qualche organo di stampa con pagine colorate come Topolino» fa probabilmente riferimento al Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio, alla testata che più lo ha più fortemente criticato negli ultimi anni per le sue vicende giudiziarie. Il presidente della Regione Campania (nel corso di una dichiarazione alla stampa sul suo coinvolgimento in un’inchiesta della procura di Roma) ha trovato ancora una volta il modo di lanciare all’odiato giornale un’ennesima frecciata. Mentre ribadiva la sua critica al clamore eccessivo generato dalla stampa, ha affermato che qualcuno «dovrebbe chiudere se io non gli dessi tanto lavoro».
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DE LUCA: «OLTRAGGIO ALLA COSTITUZIONE»
«Quello che in Italia è andato crescendo – ha detto De Luca (indagato per concussione per induzione insieme ad altre sei persone) – sono gli effetti collaterali che riguardano quello che fa seguito a un’iniziativa giudiziaria, e cioè la ormai consolidata abitudine al massacro mediatico delle persone e istituzioni». «Questo – ha aggiunto il governatore campano – sta diventando un segno di barbarie nel nostro Paese e di oltraggio permanente allo stato di diritto e alla Costituzione italiana». «C’è qualche organo di stampa – ha proseguito De Luca – con pagine colorate come Topolino che dovrebbe chiudere ma questo è un grande tema che dovrà riguardare il rapporto tra diritto della persona, sistema giudiziario e sistema dell’informazione. Credo che per troppi anni abbiamo finto di non vedere che sta crescendo una realtà mostruosa fatta di oltraggio alla dignità delle persone e di perdita di valori costituzionali fondamentali».
DE LUCA: «SOSTENGO LA MAGISTRATURA»
Per quanto riguarda poi il coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Roma e l’accusa di concussione per induzione, De Luca ha affermato: «Io non sono a conoscenza di nulla». Il governatore ha aggiunto di sostenere il lavoro dei magistrati e di non conoscere Guglielmo Manna, marito del giudice Anna Scognamiglio, al quale potrebbero essere stati offerti dei favori nel settore della sanità. «Il controllo di legalità – ha dichiarato ancora de Luca – è un bene per le persone oneste, una funzione essenziale in un Paese democratico, un vantaggio per le persone perbene». Non solo: «Sostengo pienamente l’azione della magistratura», ha assicurato il presidente campano.
I PM: «DE LUCA MINACCIATO DI SENTENZA SFAVOREVOLE»
Intanto dall’inchiesta emerge che De Luca sarebbe stato minacciato, da alcuni indagati nella vicenda, di una decisione del tribunale civile di Napoli a lui sfavorevole se non avesse provveduto – è stato scritto nel capo di imputazione – ad una nomina nella sanità campana. È su questo filone che verte l’inchiesta della procura di Roma. Nel capo di imputazione allegato ai decreti di perquisizione si afferma che gli indagati, con più «azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, Anna Scognamiglio, magistrato presso il tribunale civile di Napoli e giudice relatore nella fase di merito del ricorso intentato da De Luca contro la sospensione dalla carica di presidente della Regione, abusando della sua qualità e dei poteri decisionali, in concorso con il coniuge Guglielmo Manna, e con gli intermediari Poziello e Brancaccio, minacciando De Luca, per il tramite di Vetrano e Mastursi, di una decisione a lui sfavorevole da parte del tribunale con conseguente perdita della carica ricoperta, inducevano il medesimo a promettere a Manna la nomina ad una importante carica dirigenziale nella sanità campana».
Si tratta di una «condotta reiterata – si legge nel decreto di perquisizione – in occasione dell’udienza tenutasi presso il tribunale di Napoli l’11 settembre scorso avente ad oggetto la legittimità del decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri che aveva sospeso De Luca dalla carica di presidente della Regione».
INDAGINE PARTITA DA UN’INCHIESTA DELL’ANTIMAFIA
A quanto si apprende l’indagine della procura di Roma nasce da un’inchiesta dell’Antimafia di Napoli sui rapporti tra camorra, politica e gli affari nel settore della sanità in Campania.
DE LUCA CHIESE DI ESSERE ASCOLTATO DAI PM
Un altro particolare della vicenda riguarda la richiesta di De Luca di essere ascoltato dagli inquirenti. Il 29 ottobre scorso il governatore ha chiesto, tramite il suo difensore, al procuratore della Repubblica di Roma di essere ascoltato. Sul sito della Regione Campania è stata pubblicata la lettera in questione.
DI MAIO SU FB: «C’È CHI CHIAMA I CARABINIERI. DE LUCA SI È ACCORDATO»
Continuano a piovere critiche nei confronti di De Luca dagli avversari politici, soprattutto dagli esponenti del Movimento 5 Stelle. Su Facebook il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha attaccato: «Il marito del giudice che dovrà decidere se decadrai o meno da Presidente della Regione ti dice: ‘O mi nomini ai vertici dell’Asl, oppure mia moglie applica la Legge Severino e ti fa decadere dalla poltrona di governatore’. Una persona onesta sarebbe andata in Procura e avrebbe denunciato tutto. Vincenzo De Luca invece, secondo l’inchiesta, si è accordato promettendo la nomina. C’è chi dice sempre sì, il Pd. E c’è chi invece dice NO e chiama i Carabinieri, quelli sono gli onesti».
Parole forti anche da Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra Italiana alla Camera, che chiede un cambio alla guida della Regione: «L’indagine che ha coinvolto il presidente della Regione Campania De Luca e il suo entourage è inquietante. Ma chi deve spiegare qualcosa ai campani e a tutto il Paese si chiama Matteo Renzi. Renzi deve spiegare per quale motivo ha ceduto alla candidatura di una figura che rischia di trascinare nel caos istituzionale un’intera regione. Occorre chiarezza, trasparenza e che si proceda rapidamente a un ricambio».
FONTI PD: «INDAGINE ATTO DOVUTO. LA VICENDA SI CHIARIRÀ»
Il Partito Democratico invece si mostra fiducioso. Sull’avviso di garanzia a De Luca il Pd nazionale ripete: «È un atto dovuto, la vicenda si chiarirà presto». Fonti del Pd nazionale mostrano tranquillità dicendosi certi che si chiarirà a breve l’estraneità ai fatti del presidente della Regione.
(Foto di copertina: ANSA / CIRO FUSCO)