Avetrana, processo in corso: otto imputati per l’omicidio di Sarah Scazzi
14/11/2014 di Redazione
Taranto: il processo di secondo grado per l’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana (Taranto) strangolata e gettata in un pozzo il 26 agosto 2010 è inizato oggi davanti alla Corte di assise di appello di Taranto (presidente Rosa Patrizia Sinisi). Presenti in aula Sabrina, Cosima e Michele Misseri, nonché Conetta Serrano, madre di Sarah e sorella di Cosima. Gli imputati sono otto. In primo grado, il 20 aprile 2013, la Corte di assise di Taranto ha condannato all’ergastolo per omicidio volontario, sequestro di persona e concorso in soppressione di cadavere ad Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano, cugina e zia di Sarah; per soppressione di cadavere ad otto anni Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, e a sei anni Carmine Misseri e Cosimo Cosma, fratello e nipote di Michele (Cosma è nel frattempo morto il 7 aprile scorso); a due anni di reclusione Vito Russo jr, ex legale di Sabrina; infine a pene comprese tra un anno e quattro mesi e un anno di reclusione tre favoreggiatori, Giuseppe Nigro, Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano.
LE “COLPE” DI SARAH – Sarah era colpevole di aver attirato le attenzioni di Ivano Russo, il ragazzo del quale la cugina era innamorata, ma anche di aver fatto circolare nella cerchia di amici il rifiuto con il quale il giovane avrebbe respinto Sabrina. Il tutto esplose il 26 agosto di quattro anni fa. Sarah venne aggredita e tentò di andare via. Mamma e figlia però la raggiunsero in strada e la riportarono nella villetta di famiglia, dove la vittima venne strangolata. Poi mamma e figlia avrebbero affidato a Michele Misseri il compito di far sparire il cadavere. Lui eseguì l’ordine, e buttò il corpo della nipote in un pozzo di campagna. La complicità è costata all’uomo otto anni di carcere. Michele Misseri ha poi raccontato di essere stato lui l’unico responsabile della morte di Sarah e moglie e figlia continuano a proclamarsi innocenti. Si tratta di una verità alternativa a quella processuale che ora la difesa di Sabrina e Cosima cercherà di dimostrare in Corte di Assise di appello.
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L’APPELLO – Tra i motivi di appello dei legali degli otto imputati letti dalla presidente della Corte di assise di appello, Rosa Patrizia Sinisi (a latere Susanna De Felice), c’è anche la richiesta della parziale rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale con un nuovo esame di Michele Misseri. L’agricoltore di Avetrana (Taranto), dopo essersi inizialmente accusato del delitto facendo ritrovare i resti di Sarah, accusò la figlia Sabrina di aver preso parte al delitto, per poi addossarsi nuovamente tutta la responsabilità del delitto e della soppressione del cadavere a partire dalla fine del 2010. Per questo motivo nei confronti di Michele Misseri la Procura di Taranto ha aperto un procedimento per autocalunnia. Il sostituto procuratore generale Antonella Montanaro ha chiesto la sospensione dei termini di custodia cautelare per Sabrina Misseri e Cosima Seranno, vista la complessità del processo e nell’eventualità di un rinnovo parziale dell’istruttoria dibattimentale. La difesa di Sabrina ha inoltre motivato l’appello chiedendo la inutilizzabilità delle dichiarazioni rese dall’imputata nel settembre 2010, quando era ancora persona informata dei fatti.
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