“Dico no al bullismo”: il giallo del biglietto sulla tomba di Domenico Maurantonio
26/05/2015 di Redazione
IL MESSAGGIO SULLA TOMBA – Secondo il Corriere di oggi,
Dopo l’appello del padre Bruno («Superato lo choc i compagni devono raccontare la verità») , ieri l’avvocato Stefani è tornato a chiedere un gesto di responsabilità da parte dei liceali. Gli studenti, secondo quanto ricostruito nel corso delle «indagini difensive», si sarebbero incontrati fuori dall’istituto, forse — questo il sospetto del legale — per concordare la loro versione su quanto accaduto quella notte. Sulla tomba di Domenico, nel cimitero di Padova, accanto a un cuore di peluche e al disegno di una chiave di violino (la musica era la sua passione) è apparso un biglietto anonimo: «Dico no al bullismo». La famiglia non lo ha fatto rimuovere.
Perché si parla di bullismo? Perché il biglietto è anonimo? Anche queste sono domande che si pongono gli inquirenti:
Gli inquirenti sono vicini a una svolta nelle indagini. […] Quindici giorni di silenzi e testimonianze «lacunose e non convincenti» da parte dei compagni di classe di Domenico. Ancora non ci sono iscritti nel registro degli indagati, il sequestro dei cellulari è stato motivato come un atto tecnico necessario ad acquisire informazioni sui fatti. Quale sia il titolo di reato con il quale il fascicolo è stato iscritto in Procura non è ancora chiaro.
Si tenta ancora di ricostruire cosa sia accaduto quella notte:
il sospetto degli investigatori su quanto accaduto la notte del 10 maggio scorso è che si sia trattato non di «un evento doloso», ossia di un omicidio, piuttosto di un incidente legato a una bravata. Una notte alcolica tra gli studenti del Nievo culminata in una serie di «giochi», «scherzi» e «goliardate». [..] L’altra certezza delle indagini è che Domenico Maurantonio era vivo fino all’alba di domenica: poco prima delle 5.30 dal suo cellulare sono partiti alcuni messaggi […] I ragazzi interrogati più volte (oggi a Padova verranno sentiti gli alunni di un’altra classe del Nievo presenti alla gita) avrebbero raccontato di non avere sentito alcun rumore anche perché tutti dormivano profondamente proprio a causa dell’alcol. Nei giorni scorsi, dopo una terza tornata di interrogatori, sarebbero però emersi «elementi utili alle indagini». Il muro di silenzio sta crollando? «È presto per dirlo».
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