Dimissioni Ignazio Marino, i presidenti di municipio rimarranno insediati?
14/10/2015 di Tommaso Caldarelli
I presidenti di Municipio della Capitale rimarranno al loro posto nonostante le dimissioni di Ignazio Marino? Certezze, non ce ne sono; ragionevoli ed argomentate probabilità, sì.
“Ci muoviamo in una zona di norme un po’ grigie, non c’è un dispositivo chiaro su questo specifico punto per cui è necessario procedere ad un’interpretazione rispettosa dei principi costituzionali“, ci dice al telefono Giovanna Montella, ricercatrice di diritto pubblico ed esperta di diritto amministrativo all’università la Sapienza di Roma: “Trattandosi di presidenti di municipio, di amministratori, credo che a venire in rilievo sia il principio di continuità amministrativa: dobbiamo imparare a dividere il piano politico da quello amministrativo“. E quindi, sì, non solo sarebbe probabile che i presidenti dei Municipi di Roma Capitale rimangano insediati, ma sarebbe anche la naturale conseguenza delle norme di legge.
DIMISSIONI IGNAZIO MARINO, I PRESIDENTI DI MUNICIPIO RIMARRANNO INSEDIATI?
“E questa mi sembra anche una delle cose più importanti”, ci dice sempre al telefono Cristina Maltese, presidentessa del Municipio del XII Municipio di Roma, Monteverde-Quattro Venti: “Siamo garantiti dal punto di vista giuridico e anche costituzionale“. L’antefatto è noto: ieri il coordinatore dei presidenti di Municipio, Daniele Torquati, ha scritto al segretario generale del Campidoglio Serafina Buarné per porre la domanda che sta agitando i ranghi di amministratori e dirigenti del centrosinistra romano, e del Partito Democratico più nello specifico. Caduto il Sindaco, decadono automaticamente anche i presidenti di Municipio che devono aspettare, eventualmente, di essere re-insediati dal futuro commissario governativo; oppure le amministrazioni municipali potranno continuare normalmente la loro attività? Il parere diffuso dal Campidoglio va in questa seconda direzione, con tanto di pareri e puntuali argomentazioni giuridiche: “Ci sono delle regole, vanno applicate”, ha dichiarato Daniele Torquati stamattina al Messaggero nella Cronaca di Roma. Pesa l’ipotesi di venir reinsediati, semmai, solo con deliberazione prefettizia, eventualmente come “subcommissari” delle amministrazioni territoriali.
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Precedenti e argomentazioni a favore dei presidenti di municipio, comunque, non sembrano mancare. Nel 2008 con le dimissioni del sindaco di Roma Walter Veltroni sbarcò in Comune il prefetto Mario Morcone. Come riporta Repubblica, in pendenza di commissariamento, “i municipi e i loro presidenti, consigli e giunte sono rimasti in carica”; il prefetto, allora, propose di modificare l’assetto amministrativo del Comune.
Nella lettera inviata ai municipi che dovranno esprimere il loro parere non vincolante, parla di «oggettiva asimmetria operativa tra gestione commissariale dell’ articolazione centrale (il Comune, ndr) e gestione rappresentativa dell’ articolazione decentrata» ovvero i municipi. Ecco dunque la proposta di uniformare i due scioglimenti. A decidere non sarà comunque Morcone: il procedimento di revisione dello Statuto è piuttosto lungo, richiede almeno 2 mesi di tempo, e quindi saranno il futuro sindaco e il prossimo consiglio comunale a decidere se proseguire nell’ approvazione della modifica proposta da Morcone o farla decadere. «Il provvedimento – conferma Giuseppe Lobefaro, presidente uscente del municipio I – è giusto, ma non credo che i municipi faranno in tempo ad esprimersi. Decideranno il nuovo sindaco e il futuro consiglio».
Che non hanno modificato, né sotto l’amministrazione Alemanno, né sotto quella Marino, l’articolo 27 dello Statuto di Roma Capitale che disciplina l’ordinamento dei municipi. Insomma, bisognerà attendere l’arrivo del futuro commissario ma, per ora, i presidenti dei Municipi si sentono abbastanza garantiti: “Noi siamo eletti con il voto dei cittadini, siamo un ente ibrido“, continua la Maltese: “Ne sia prova il fatto che io, unica presidentessa eletta al primo turno, mi sono insediata prima che il sindaco fosse addirittura eletto“.
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I Municipi hanno delle amministrazioni proprie, che, da legge, continueranno ad esercitare: rimarranno insediati i presidenti, le giunte, i consigli municipali; e delle amministrazioni che il sindaco gli affida, a norma del Testo Unico degli Enti Locali. Queste funzioni dovranno essere nuovamente delegate ai presidenti dal futuro commissario prefettizio, un atto che per i presidenti di municipio sarebbe “dovuto”. Certo, la frase che chiude qualsiasi dialogo in questo momento è “capiremo con l’arrivo del commissario“, come a dire che tutto è ancora possibile: ma la situazione sembra, quantomeno, ben impostata. Il che consentirà all’azione amministrativa di procedere sui temi cari ai presidenti dei municipi, ai quali sono stati garantiti dalla giunta di Ignazio Marino un milione di euro sicuri e strutturali per degli investimenti sul territorio: i servizi sociali di cui ha parlato nei scorsi giorni il coordinatore Torquati, gli interventi sul verde pubblico, sul decoro, e più in generale sulla città. “Rimanere insediati”, ci dice un consigliere municipale, “ci consentirà di continuare a lavorare pancia a terra. Come al solito”.
Copertina: Comune di Roma