Disney boccia i cartoni animati italiani
30/10/2014 di Maghdi Abo Abia
Strana tegola sulla tv italiana. La Disney ha giudicato inadeguati rispetto ai propri standard i cartoni animati italiani ed europei. L’Autorità garante delle comunicazioni, Agcom, ha dato ragione alla multinazionale esonerandola dall’obbligo previsto dalla legge di versare il 10 per cento della programmazione e degli introiti netti a «opere europee di produttori indipendenti e opere cinematografiche di espressione originale italiana» sui propri network.
LA DELIBERA DELL’AGCOM – La notizia risale allo scorso settembre, quando l’Autorità ha pubblicato la delibera che non ha mancato di scatenare vibrate proteste. La Asifa, l’associazione di autori e professionisti dell’animazione in Italia sta valutando insieme ad altre associazioni di settore come Writers Guilde Cartoon Italia un ricorso al Tar del Lazio, da presentare entro novembre. La decisione della Disney risale allo scorso marzo ma l’Agcom ha emesso la sua delibera sei mesi dopo, liberando per lo stesso motivo anche Discovery italia e Fox International.
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UNO STANDARD INSODDISFACENTE – Le delibere dell’Agcom sono quindi tre. Per quanto riguarda quella relativa alla richiesta di esonero da parte della Disney, emerge che l’azienda ritiene come i prodotti realizzati sia in Italia sia in Europa non soddisfino lo standard dei suoi prodotti:
La programmazione di Disney Italia, infatti, si connota per una marcata identità editoriale, elevatissimi standard tecnici ed un ben definito sistema di valori incardinati in storie e personaggi “positivi” all’insegna dell’amicizia, dell’ottimismo, del rispetto della famiglia, del lavoro di gruppo, del rispetto per gli altri, della tolleranza e del superare insieme le difficoltà, da diventare dei “modelli” nei quali i giovani telespettatori possono identificarsi
IL PRODOTTO DEVE SODDISFARE L’ABBONATO – Il network sostiene poi che essendo tutti i canali a pagamento, è necessario per la multinazionale dare allo spettatore uno standard qualitativo elevato per soddisfare le sue aspettative:
I palinsesti, inoltre, sono distribuiti esclusivamente a pagamento e la loro forte caratterizzazione, all’interno di un’articolata offerta televisiva, si rende, per la Società, indispensabile in ragione degli elevati ascolti e del rapporto di fidelizzazione che i palinsesti Disney creano con gli spettatori, incentivando così la disposizione a sottoscrivere l’abbonamento
Per questo Disney si rende impossibilitata a soddisfare gli obblighi di legge, perché non ci sono produzioni disponibili in grado di garantire lo standard:
si dichiara nell’impossibilità di acquisire serie televisive europee di produzione indipendente che siano in grado di rappresentare fedelmente quel sistema di valori e quei livelli di qualità in grado di soddisfare compiutamente le particolari aspettative del pubblico di riferimento
Non si tratta però di un pretesto. I prodotti buoni ci sono, ma i diritti sono di altri:
A supporto di quanto sostenuto, ha presentato numerosi esempi di produzioni europee indipendenti astrattamente compatibili con la qualità e la linea editoriale di Disney ma che, tuttavia, non sono disponibili per il mercato italiano per il fatto che i diritti di trasmissione sono stati acquisiti da altri operatori
COLPA ANCHE DELLA CRISI – Poi c’è anche la questione dei contenuti dei canali in questione. Disney Channel offre prodotti «fiction live action», carenti nei cataloghi dei produttori. Stessa cosa per il canale Disney XD che offre storie di avventura destinate per lo più a maschietti fino a 11 anni. Non cambiano le cose per Disney Junior. Qui la responsabilità è anche della crisi:
il sensibile incremento della concorrenza ha determinato una forte contrazione della quantità di prodotto europeo indipendente disponibile, che sia in linea con la specifica linea editoriale dei palinsesti. All’aumento della pressione competitiva nel settore dei palinsesti per bambini è conseguito anche un incremento dei costi del suddetto prodotto
che, alla luce della grave recessione economica che ha toccato l’Europa, è un elemento che condiziona gli investimenti da parte di studi di animazione indipendenti ed ha un impatto sulla qualità di prodotti
LE REAZIONI DEGLI ADDETTI AI LAVORI – Per Alfio Bastianich, presidente Asifa ripreso da Repubblica «Secondo stime fatte sui bilanci di Walt Disney Italia, per noi questo esonero è una perdita di circa 10 milioni di euro. È un danno enorme al settore audiovisivo e alla creatività italiane, che pure ha partorito opere di grande successo nel settore contestato da Disney: come le Winx». L’esonero riguarda il biennio 2013-2014 e secondo Giovanna Koch, portavoce degli sceneggiatori di Writers Guild Italia, certifica attraverso la stessa Agcom che i prodotti italiani non valgono abbastanza.
GLI ESONERI PER DMAX E FOX – Per quanto riguarda invece Discovery Channel, o meglio la sua emanazione Dmax, viene fatto notare che la legge impone quote di programmazione di opere cinematografiche di espressione originale italiana degli ultimi cinque anni su palinsesti che non hanno carattere tematico, al contrario di quanto propone Dmax che offre invece prodotti seriali non cinematografici. Situazione simile per quanto riguarda Fox International che sottolinea come i canali “Fox”, “Fox Crime”, “National Geographic Channel”, “Nat Geo Adventure” e “Nat Geo Wild” non trasmettono film anche se sono prodotti di carattere tematico. In questo modo sono esentati dall’obbligo. (Photocredit Lapresse-AP Photo/Khin Maung Win)