La dittatura di Alexander Lukashenko vince le elezioni con l’84% dei voti
12/10/2015 di Redazione
La Bielorussia è uno dei paesi più poveri d’Europa e forse il meno democratico insieme alla Russia, ma nonostante le difficoltà i bielorussi non mostrano segni di ribellione contro Alexander Lukashenko, che si è appena conquistato il quinto mandato da presidente.
ALEXANDER LUKASHENKO VINCE TUTTO –
Un’economia «sovietica» in gran parte appesa allo stato, principale e quasi unico datore di lavoro del paese, un dittatore che governa da 20 anni grazie a brogli, censura e violenze con l’opposizione ridotta all’impotenza. Così la Bielorussia, che è appena andata al voto con le opposizioni che avevano chiesto ai cittadini di boicottare le urne, anche perché il governo aveva predisposto il voto anticipato permettendo a un terzo dei cittadini di votare con un anticipo di 5 giorni, l’ideale per organizzare brogli con calma. In Bielorussia invece hanno votato più dell’86 per cento degli aventi diritto e l’83,5% di questi ha dato, almeno ufficialmente il suo voto al presidente uscente, che non ha neppure fatto campagna elettorale.
ALEXANDER LUKASHENKO HA VINTO SENZA FARE CAMPAGNA –
A Lukashenko è bastato ignorare gli avversari, non ha fatto comizi e nemmeno spot televisivi, si è semplicemente posto come garante dell’indipendenza russa, da Mosca, e ai bielorussi tra avere Lukashenko e avere in casa l’esercito russo e una guerra civile la scelta è apparsa scontata, «La gente preferisce Lukashenko alla guerra», è il commento che inquadra perfettamente l’ultima tornata elettorale, nella quale il dittatore ha superato persino l’80% di consensi ottenuto 5 anni fa.
LEGGI ANCHE: La Bielorussia manda i bimbi nei campo di lavoro – Foto
L’OPPOSIZIONE BIELORUSSA NON ESISTE –
I tre candidati che gli si sono opposti senza speranza sono Tatiana Korotkevich, attivista di una piattaforma civica; Nikolai Ulajovich, capo di un’organizzazione di cosacchi e Sergei Gaidukevich, leader del Partito liberaldemocratico bielorusso, tutti in ordine sparso e incapaci di fare fronte comune. Alcuni candidati alle elezioni del 2010, e subito dopo arrestati, sono stati «perdonati» e liberati alla vigilia del voto, un gesto di buona volontà e senza rischi, rivolto all’Europa, che lo considera un dittatore infrequentabile. Lukashenko negli ultimi tempi non va troppo d’accordo con il collega Putin, tanto da non aver riconosciuto l’annessione russa della Crimea, ma gli affari con la Russia rappresentano ancora buona parte della fragile economia bielorussa e una rottura con Mosca senza una predisporre prima una sponda alternativa con l’Unione trascinerebbe il paese al disastro.