Il don che ha rinunciato alla tunica per candidarsi a Ostia: «Se politica significa interessarsi agli altri, la faccio da quando ero sacerdote»
27/10/2017 di Alice Bellincioni
Dopo 36 anni come vice parroco della chiesa di Santa Monica a Ostia, don Franco De Donno, a 71 anni, ha deciso di togliersi la tunica e candidarsi a mini sindaco del decimo municipio di Roma. Una scelta che ha fatto molto discutere nell’estate romana ed è quasi senza precedenti nella storia della curia. La sua è una sospensione a divinis: non può più celebrare i sacramenti, non dice più messa e ha dovuto lasciare la parrocchia, per trasferirsi in un nuovo appartamento nell’entroterra. Per le strade di Ostia, dove in tanti lo conoscono, resta sempre don Franco e lui – racconta a Giornalettismo – «è onorato di sentirsi chiamare così». «Gli è pesato lasciare la parrocchia?», gli chiediamo. «Da un punto di vista affettivo è stato un sacrificio, ma così ho l’opportunità di allargare quello che ho fatto prima a tutto il municipio».
DON FRANCO DE DONNO, A 71 ANNI LA RINUNCIA AL SACERDOZIO PER CORRERE COME MINI-SINDACO DI OSTIA
Don Franco De Donno, infatti, guarda alla nuova strada che ha imboccato come a un percorso di continuità rispetto al ruolo che aveva da vicario parrocchiale. Era già abituato, da sacerdote, a passare molto tempo «fuori dall’edificio chiesa», ci spiega: ha insegnato a lungo nelle scuole di Ostia religione, è stato presidente della Caritas, ha aperto lo sportello antiracket, Libera, ma soprattutto fondato un gruppo studentesco per i ragazzi del litorale romano. Da lì provengono molti dei candidati consiglieri comunali della lista Laboratorio Civico X, quella che supporta Franco De Donno. Un esercito di giovani e meno giovani, cattolici e non, tenuti insieme dai valori dell’associazionismo e del volontariato. L’area politica è quella di sinistra, tant’è che la candidatura dell’ex parroco vicario ha ottenuto l’appoggio di Articolo1-Mdp e Sinistra Italiana.
DON FRANCO DE DONNO RISPONDE ALLE CRITICHE DI CASAPOUND: «SE POLITICA SIGNIFICA INTERESSARSI AGLI ALTRI, ALLORA LA FACCIO DA SEMPRE»
Se in Italia e all’estero la scelta di lasciare il sacerdozio per la politica ha stupito molti («sono venute a intervistarmi anche testate internazionali», racconta a Giornalettismo l’aspirante mini-sindaco), a Ostia la candidatura di don Franco De Donno era abbastanza attesa. I suoi critici più accaniti, i ragazzi di CasaPound, lo hanno contestato, accusandolo di aver cominciato a fare politica (in un’area ovviamente quanto più distante dalla loro) quando ancora indossava la tunica da prete. «Se politica vuol dire interessarsi degli altri, allora sì, io ho fatto politica sempre», ammette De Donno, assicurando che ciò che vuole continuare a fare è proprio occuparsi dei problemi delle persone che vivono sul territorio.
Gli anni di vicinanza e sostegno alla gente sono l’asso nella manica del don candidato, che a Ostia è conosciuto quasi da tutti. Altro mantra è «siamo una lista a-politica e a-partitica» (attenzione: non «anti-politica» o «anti-partitica», precisa il suo staff). Al di là dei toni decisamente più dimessi, le similitudini con la fazione più distante dalla lista Laboratorio Civico X, quella di CasaPound, sono parecchie: gruppi radicati sul territorio da tempo, attivi tra l’altro nella stessa zona, quella di Lido di Ostia, che hanno dallo loro anni di impegno sociale. «Il loro aiuto, però, si rivolge solo agli italiani – precisa don Franco De Donno, dicendonsi «preoccupato per questi ragazzi che fanno opera sociale (bisogna riconoscerlo), ma con una metodologia che è involutiva riguardo alla violenza e diseducativa riguardo alla distinzione tra italiani e stranieri».