Doping, la verità del medico francese: “Gli juventini a rischio nel 1998”
26/08/2010 di giovannipercolla
L’ex responsabile sanitario della Nazionale dei Bleus rivela che Zidane e Dechamps avevano valori di ematocrito molto alti. E ritorna alla mente l’indagine di Guariniello e le parole di Zeman
Ne parla soltanto oggi, a 12 anni di distanza: Zinedine Zidanee Didier Deschamps, protagonista indiscusso e capitano coraggioso della Francia vittoriosa nel Mondiale giocato in casa, avevano un alto tasso di ematocrito nel sangue. “Erano dopati”, dice oggi senza mezzi termini Jean-Pierre Paclet, medico della nazionale francese per 15 anni. E ammette anche di aver taciuto finora per carità di patria.
ANALISI SOSPETTE – “Le analisi del sangue rivelarono anomalie su diversi giocatori francesi prima della Coppa del Mondo 1998, in particolare quelli che giocavano nel campionato italiano”: scrive il Corriere che questo è solo l’assaggio, bello forte, del libro «L’implosion» (scritto con Thibaut Danacher, edito da Michel Lafon) e anticipato in patria da Le Parisien. Paclet, che divenne medico dei Bleus però solo nel 2004, specifica che gli juventini della nazionale “erano stati esposti a sostanze dopanti”, precisando: “Ho detto quello che tutti sanno. Non ho inventato nulla. Avere alti livelli di ematocrito non dimostra che avessero usato Epo”. L’ex medico dei Bleus smorza i toni nei confronti degli atleti e li esaspera contro il club bianconero: “È noto che c’erano pratiche perlomeno discutibili alla Juventus in quell’epoca”.
PRATICHE SOSPETTE – Nel processo alla dirigenza bianconera di Raffaele Guariniello si era parlato specificatamente di uso dell’Epo. Risultavano infatti essere presenti sbalzi esorbitanti dell’ematocrito (percentuale di globuli rossi nel sangue) dei calciatori, addirittura fino al 21 % dei loro valori base. La perizia dell’ematologo Giuseppe D’Onofrio evidenziò come gli aumenti improvvisi dell’emoglobina dei calciatori della Juventus avessero due sole spiegazioni scientifiche: o l’uso di Epo (l’ormone sintetico vietatissimo che stimola la produzione dei globuli rossi favorendo recupero e prestazioni aerobiche migliori), o l’autoemotrasfusione (trasfusione di sangue in precedenza prelevato dalla stessa persona sempre per accrescere il numero di globuli rossi; una pratica oggi proibita in tutti gli sport). Risultava inoltre una massiccia somministrazione di ferro, allo scopo – secondo l’accusa – di compensare il crollo di ferritinemia provocato dall’uso di Epo. Ma non vi era prova dell’acquisto della sostanza da parte della dirigenza o dello staff medico bianconero, e anche la perizia venne in seguito contestata nelle sue conclusioni. Moggi e Giraudo vennero assolti dall’imputazione sull’Epo “perché il fatto non sussiste”.
PUBBLICITA’ SOSPETTA – Perché Paclet parla soltanto ora? La motivazione del patriottismo non regge, o meglio, non si capisce perché cada in prescrizione dopo i dodici anni. Nel libro, inoltre, il medico ne ha per tutti, persino per l’odiatissimo (in patria) Domenech, che è dipinto come un incapace nel guidare gli spogliatoi e pronto a farsi mettere i piedi in testa dai calciatori. Le sue parole, tra l’altro, hanno ricevuto una sonora smentita da parte di Jean Michel Ferret, medico del ’98: “Non trovammo nulla”. Ma grazie alle parole sul Mondiale francese, Paclet si è guadagnato le prime pagine di tutti i quotidiani francesi; senza però essere esattamente chiaro su quello che voleva proprio dire: Zidane e Deschamps erano dopati, o no? Chi meglio di un medico può fornire una risposta definitiva? Se questa non arriva, ma ci si trincera dietro i condizionali, è probabile che sia perché non si è in cerca della verità. Ma soltanto di pubblicità