I nemici della cannabis sull’orlo di una crisi di nervi

Farmaci Cannabis Liguria

NON FUNZIONA – Un trincea che però non sembra molto resistente, che pare anzi destinata a essere superata di slancio dagli appassionati come, soprattutto, dagli investitori. Se è legale e ci si può guadagnare non c’è forza che tenga e in un’economia che da decenni recita il mantra della deregulation proposte del genere finiscono presto sepolte con un consenso che va molto oltre gli aspiranti commercianti di cannabis, visto che sdoganare questo tipo d’ingerenza morale nel mercato metterebbe a rischio altre industrie di subirne di simili in futuro. In Colorado c’è già chi ha fatto il suo primo milione con la cannabis e non appena il quadro nazionale sarà abbastanza chiaro e omogeneo, anche la grande industria e i grandi capitali scenderanno in campo. Già oggi le agenzie federali hanno dato luce verde alle banche, investire in cannabis è sicuro e non comporta conseguenze legali. Se, com’è più che probabile, spunteranno una o più Big Marijuana, con capacità d’investimenti finanziari, tecnologici e pubblicitari all’altezza delle grandi corporation che controllano altri settori, questo non vuol dire che tutti gli americani finiranno a consumare cannabis, tanto che non è nemmeno detto che che i consumatori aumenteranno significativamente, il mercato attuale rappresenta già una torta enorme per ingoiare la quale bisogna organizzarsi molto in grande. L’apparire di giganti industriali non impedirà comunque l’autoconsumo o le produzioni artigianali, nel fare riferimento all’industria dell’alcol non si può fare a meno di notare che la presenza di gruppi di rilevanza mondiale non impedisce il fiorire di migliaia di distillerie e produzioni minori.

RESTIAMO A GUARDARE GLI AMERICANI – Fanno quindi sorridere i conservatori americani che all’improvviso scoprono il monopolio pubblico o invocano la protezione dei consumatori dalla «avidità» delle aziende che perseguono unicamente il profitto, che poi sono gli stessi che strillano come aquile se qualcuno propone di limitare la vendita dei fucili d’assalto gridando alla lesa libertà, e che nulla hanno da dire, ad esempio, se i produttori di armi fanno pubblicità ai loro prodotti fin nelle scuole proponendo corsi «per la sicurezza» nel maneggiare le armi da fuoco o se producono armi da fuoco funzionanti con le quali i bambini possono fare il tiro a segno, sotto la supervisione di «adulti responsabili», e cominciare a sognare ben altre armi come da noi i giovani sognano il motorino o l’automobile. Tentativi ipocriti destinati a naufragare, travolti da un cambiamento epocale che da noi alla periferia dell’impero farà sentire i suoi effetti con inevitabile ritardo, per adesso ci toccano ancora i Renzi e i Giovanardi.

 

 

 

 

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