Ecco il calcolo dell’età pensionabile

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Al fine di disincentivare il pensionamento anticipato rispetto a quello di vecchiaia, è stata introdotta una misura di riduzione:

Qualora, infatti, si chieda la pensione di anzianità prima dei 62 anni di età, l’assegno verrà corrisposto, per la quota retributiva, con una riduzione pari al 2% per ogni anno di anticipo. Se, ad esempio, si richiede la pensione, dopo aver raggiunto i 42 anni (e rotti), all’età di 60 anni, si riscuoterà, per la quota di pensione calcolata con il sistema retributivo, un assegno decurtato del 4%. Il pensionamento anticipato sarà possibile anche per i giovani, coloro cioè che hanno cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. Per ottenerlo, dovranno aver compiuto 63 anni di età e poter far valere un minimo di 20 anni di contribuzione effettiva. Vi sono inoltre due altre condizioni: bisogna cessare l’attività lavorativa e l’importo del trattamento deve almeno raggiungere un minimo pari a 2,8 volte l’assegno sociale (1.200 euro di oggi). Addio anche alle finestre. La vita si allunga La manovra di luglio ha anticipato al 2013 (doveva partire dal 2015) l’adeguamento, che dal 2019 avverrà con cadenza biennale (e non più triennale, come era in origine) in base ai dati forniti dall’Istat. La riforma Monti stabilisce che in assenza dell’incremento dato dalle variazioni demografiche, a partire dal 2021 l’età del pensionamento non può avvenire comunque prima di 67 anni di età. Chi si salva Le nuove regole sulle pensioni non si applicano a tutti coloro che hanno raggiunto o raggiungono i requisiti (età e contributi) entro questomese. Peraltro ben il 76% delle pensioni esistenti saranno interessate dal provvedimento che congela l’indicizzazione per due anni.

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