Ecco perché le tue bollette erano così alte
20/01/2014 di Redazione
Secondo l’Autorità per l’energia la tassa di Robin Hood alla fine sarebbe stata estorta dalle ricche aziende energetica ai poveri clienti, che alla fine l’hanno pagata loro in bolletta.
LA DENUNCIA – È possibile che nel 2011 ben 144 società energetiche abbiano girato in bolletta, violando la legge, la Robin Tax o parte di essa. È quanto emerge dall’analisi dell’Autorità per l’energia, secondo cui potrebbero essere stati riversati sui clienti fino a 508 milioni di tasse. Per l’intero 2010 i sospetti sono su 73 società, per un massimo di 42,3 milioni.
CONTRO LA LEGGE – Le varie normative che riguardano la Robin Tax, fin dalla prima legge del 2008 che la introdusse, prevedono l’esplicito divieto per le società di “traslare” la tassa in bolletta. In sostanza le aziende non possono rivalersi sui clienti facendo pagare loro la tassa “nascondendola” in qualche modo nelle varie voci del conto. Proprio per evitare che questo accada l’Autorità è chiamata al controllo, ma non dispone di poteri sanzionatori: il suo intervento, in sostanza, ha portata solo conoscitiva e referente nei confronti del Parlamento.
UNA TRUFFA SENZA SANZIONI – Il potere sanzionatorio è di fatto limitato alle violazioni della propria regolamentazione, ad esempio sull’obbligo di fornire la documentazione: quindi, nei casi in cui le imprese non abbiano adempiuto agli obblighi informativi nei termini previsti, l’Autoriyà intima formalmente ad adempiere con apposito provvedimento. Nel 2013, a seguito delle intimazioni ad adempiere, l’Autorità ha avviato 17 procedimenti sanzionatori nei confronti di 13 società del settore petrolifero e di quattro del settore energia elettrica e gas. Il monitoraggio svolto dall’ente regolatore per il triennio 2010-2012 ha comunque evidenziato ancora una volta che “una parte dei soggetti vigilati ha adottato politiche di prezzo che generano un incremento dei margini non sufficientemente motivato”. In particolare, per l’esercizio 2010, la Direzione Osservatorio, Vigilanza e Controlli dell’Autorità – in collaborazione con il Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza – ha inviato richieste di motivazioni a 87 società che presentavano indizi di traslazione; di queste, 14 hanno fornito risposte esaustive, mentre nei confronti delle altre 73 sono previsti ulteriori approfondimenti.
CENTINAIA DI MILIONI – L’addizionale Ires corrisposta da queste 73 società per il 2010 è di 42,3 milioni di euro (su un totale di 527 milioni di euro) e rappresenta l’entità massima di una possibile traslazione. Per l’esercizio 2011, su 401 soggetti vigilati, è stata riscontrata una variazione positiva in 144 casi e l’addizionale Ires dovuta da questi operatori ammonta a circa 508 milioni di euro (su un totale di 1.482 milioni di euro), dei quali 146 milioni sono relativi al settore petrolifero e 362 a quello dell’energia elettrica e gas. Ai soggetti che presentano maggiori indizi di traslazione, assicura l’Autorità, stanno per essere trasmesse specifiche richieste di motivazione per svolgere gli ulteriori approfondimenti necessari a individuare i casi di possibili condotte traslative. Ma anche se l’Autorità rileverà comportamenti in frode alla legge non potrà elevare direttamente sanzioni, ma sarà costretta a deferire la segnalazione all’autorità giudiziaria, che interverrà con i suoi tempi. È chiaro che a fronte di un sistema così congegnato le aziende non abbiano alcun incentivo dall’astenersi dalla pratica, che sarà punita solo e se si arriverà a sanzioni giudiziarie, salvo prescrizioni.
IL TESORO DI ROBIN HOOD – La maggiorazione Ires introdotta con la Robin Hood Tax ha determinato, nel biennio 2011-2012, un gettito stimato di oltre 2,8 miliardi, dei quali 2,4 da imprese del settore elettrico e del gas e circa 400 milioni da società petrolifere. A evidenziarlo è la Relazione annuale sull’attivitò di vigilanza svolta nel 2013 dall’Autorità per l’energia sul divieto di traslazione della maggiorazione Ires sui prezzi al consumo. Dal rapporto emerge la progressiva diminuzione, a seguito di diversi interventi normativi, del numero di operatori vigilati dai 552 del 2009 ai 386 nel 20122, mentre dall’esercizio 2013 sono previsti accertamenti a campione sulle imprese con fatturato superiore a 482 milioni. Rispetto agli accertamenti sul divieto di traslazione, la Relazione sottolinea che:
«il monitoraggio svolto per il triennio 2010-2012 ha evidenziato ancora una volta che una parte dei soggetti vigilati ha adottato politiche di prezzo che generano un incremento dei margini non sufficientemente motivato»
RONBIN HOOD? – Che è un eufemismo per dire che quei margini sono stati ricavati con aumenti illegittimi di prezzo volti a coprire la Robin Tax o buona parte di essa. Ancora una volta quindi una legge spacciata addirittura ricorrendo alla figura di Robin Hood, che rubava ai ricchi per distribuire ai poveri, si è risolta in una beffa e da sotto il costume da Robin hood è spuntato il cattivo sceriffo di Nottingham, che come sempre ha pescato dalle tasche dei sudditi poveri anche le tasse che avrebbero dovuto pagare le nobili aziende del settore energetico.