Elena Fattori e il complottismo sul vaccino anti hpv per gli uomini
07/11/2015 di Stefania Carboni
La senatrice Elena Fattori insiste ancora sul tema vaccini e sul Piano Nazionale 2016. Dopo lo scivolone sugli anti influenzali parla stavolta dell’Hpv.
A PROPOSITO DI VACCINI OBBLIGATORI E NEGATO ACCESSO A SCUOLA: premesso che i vaccini contro malattie terribili come la poliomelite , il tetano , l’epatite B e la pertosse sono la più grande conquista delle medicina, il nuovo piano vaccinale della Lorenzin ha degli aspetti curiosi. Tra i previsti vaccini obbligatori ci potrebbe essere quello contro l’HPV anche nei maschi. Ricordiamo che il vaccino anti HPV protegge da alcune forme virali che danno cancro al collo dell’utero e con le dovute precauzioni e raccomandazioni è un vaccino importante. Ora però è noto che il tumore all’utero nei maschi non è mai stato osservato. Vero è che sono portatori ma se vaccino le ragazze il problema non si pone. Ma a ciò aggiungo: un vaccino diventa obbligatorio quando c’e’ un importante rischio epidemico in determinati ambienti e fasce di età. Ora mi spiegate qual è il rischio epidemico di HPV che si trasmette per via sessuale, per il quale non potrò mandare alle scuole medie mio figlio maschio se non è vaccinato ? Se esiste questo rischio direi che i motivi per non mandarlo a scuola sono altri. Chissà le motivazioni vero dietro questa scelta. Forse perchè con i maschi le dosi vendute sono doppie?
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ELENA FATTORI, HPV, E VACCINI
– Ancora non c’è certezza sui vaccini che saranno obbligatori. L’esponente M5S però mette le mani avanti: «Ricordiamo che il vaccino anti HPV protegge da alcune forme virali che danno cancro al collo dell’utero e con le dovute precauzioni e raccomandazioni è un vaccino importante. Ora però è noto che il tumore all’utero nei maschi non è mai stato osservato. Vero è che sono portatori ma se vaccino le ragazze il problema non si pone». Nel mentre, sotto lo status, c’è chi commenta con perplessità. E lei risponde:
ELENA FATTORI E L’IMPORTANZA DELLA VACCINAZIONE HPV
– L’Hpv, ovvero il Papilloma virus si prende per via sessuale. Lo possono avere sia uomini che donne e non esiste un metodo per rilevare la diagnosi (possibile col PAP-test) per i soggetti maschili. I casi più comuni di contagio sono tramite portatori sani che non manifestano mai la malattia (negli uomini si manifesta molto raramente). Si può rimanere portatori (inconsapevoli) per molti anni. Possibile che si vaccini in età così giovane? Ebbene sì. Nell’agosto 2006 l’Oms pubblicò uno studio secondo cui le preadolescenti tra i 9 e i 13 anni rappresentano il target primario. La vaccinazione prima dell’inizio dei rapporti sessuali è più vantaggiosa perché induce a una protezione elevata. E ora veniamo al punto per cui in Italia si potrebbe seguire lo studio Oms. Perché il Consiglio superiore di sanità (Css) ha raccolto queste indicazioni, e nella seduta dell’11 gennaio 2007 ha espresso all’unanimità il parere secondo cui la vaccinazione delle ragazze nel dodicesimo anno di vita sia la migliore strategia vaccinale. Non solo, si è parlato anche di altre catagorie: ragazze fra i 13 e i 26 anni e i giovani maschi. Solo finora però un mero interesse manifestato, perché in merito a tali tipologie di persone si è rimandato tutto alla necessità di ulteriori studi. In base allo studio citato nell’approfondimento ISS le reazioni associate alla vaccinazione sono state febbre e reazioni locali nella sede di iniezione. Ci sono stati rarissimi casi di natura allergica. E ricordiamo quello che l’Hpv può portare e perché serve una prevenzione utile. Ci sono 150 tipi di HPV: “ad alto rischio”, quando persistono nell’arco di parecchi anni e possono causare il cancro cervicale e quelli “a basso rischio”, che non sono oncogeni, ma possono causare condilomi.