Elezioni amministrative 2016 Torino: Fassino e l’incubo ballottaggio

Elezioni amministrative 2016 Torino,

per mesi Piero Fassino si è mantenuto nel limbo, indeciso se correre o meno per un secondo mandato sotto la Mole. Ora il sindaco uscente sembra aver sciolto i dubbi, anche se una comunicazione ufficiale ancora non c’è. Matteo Renzi l’ha pregato di non aprire una nuova grana in vista delle amministrative 2016, già dense di ombre, tra Roma, Napoli, Milano, Bologna. Con la candidatura dell’ex segretario Ds, almeno Torino per il presidente del Consiglio sarebbe in salvo. Pur tra le perplessità, così l’impressione è che Fassino non si tirerà indietro. Ma la lunga attesa, spiega il Corriere della Sera, ha creato dissapori nel Pd locale, tra chi è convinto che il suo atteggiamento possa rischiare di danneggiare il partito.

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Renzi e Fassino durante una riunione tra Anci e governo

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ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2016 TORINO: FASSINO E LE INDECISIONI –

Entro l’inizio di dicembre, Fassino scioglierà le riserve e comunicherà la seconda corsa, come chiede il partito. Ma c’è già chi lancia frecciate al sindaco per i suoi tentennamenti, come riporta il Corsera:

Come «Stefano Esposito, il parlamentare torinese che di Fassino è compagno di partito ma non il primo dei suoi estimatori (nonché tra i nomi evocati come possibili candidati nel caso Fassino si fosse fatto da parte, ndr) «Più ritarda nell’annuncio peggio è, perché questo continuo traccheggiare ha comunicato alla città una sensazione di insicurezza. Era una questione personale, a forza di tirarla per le lunghe è diventata una questione politica», si legge. 

ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2016 TORINO, I SONDAGGI INTERNI E LA PAURA PD –

In casa dem, c’è chi comincia a temere, dopo alcuni sondaggi interni, che anche la conferma di Torino non sia più così sicura. E che il fortino Pd venga preso d’assalto. La paura? Arrivare al ballottaggio contro il M5S.

«E poi chissà. I segnali più evidenti del fatto che Torino non è più ritenuta una roccaforte inespugnabile arrivano dai campi avversi al Pd e dalle loro scelte. Consapevole di avere una possibilità, il Movimento 5 Stelle ha di fatto cambiato le sue procedure limitandosi all’acclamazione per convergere come annunciato da mesi su Chiara Appendino, che sarà anche una esponente dello spirito dei MeetUp ma soprattutto rappresenta una candidatura identitaria. Una giovane dirigente d’azienda, esponente della borghesia torinese, casa in piazza Statuto, figlia di Domenico, manager oggi in pensione che fu braccio destro di Gianfranco Carbonato, presidente di Confindustria Piemonte. Di lotta ma anche di governo, comunque non certo una marziana».

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ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2016 TORINO: I TIMORI DEL PD E LA CORSA DI AIRAUDO PER LA SINISTRA-

Ma Renzi e Fassino temono anche la corsa di Giorgio Airaudo, deputato dal 2013 come indipendente di Sel, ex sindacalista Fiom, e candidato per Sinistra italiana:

«La faccia dello spirito operaista della città, che ancora esiste. Sabato mattina alle Vetrerie di corso Regina Margherita, lontano dal centro, renderà ufficiale la sua candidatura in rappresentanza di una coalizione a sinistra del Pd. Anche qui una persona conosciuta e riconosciuta, trasversale. Ai tempi delle primarie del 2011 il Pd temeva molto un suo impegno diretto. Cinque anni dopo se lo ritrova come nemico. «Rimuovendo la rappresentanza del lavoro, in una città dove esistono forti disuguaglianze il Pd ha aperto un varco che Fassino certo non ha riempito, diventando il primo dei renziani piemontesi», spiega il quotidiano diretto da Fontana.

Tradotto, la competizione è aperta. Anche la partita di Torino è tutta da giocare.

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