Elezioni Roma 2016, il ritorno di Ignazio Marino

Un’assemblea “grande e partecipata”, un clima “eccellente”, una sintonia con Sinistra Italiana “ottima”: queste le parole che trapelano dalla prima assemblea di Parte Civile – Marziani in movimento, l’associazione nata dai gruppi Facebook a sostegno di Ignazio Marino, ex sindaco di Roma per il partito Democratico e pronto – ormai sembra più che altro un segreto malnascosto – a scendere nella corsa delle Elezioni 2016 da protagonista. Si attende solo il 6 marzo, il giorno successivo alle primarie Roma 2016, e poi molto si chiarirà.

ELEZIONI ROMA 2016, IL RITORNO DI IGNAZIO MARINO

Giovanna Vitale sulla Cronaca di Roma di Repubblica ieri era al Roma Scout Center dove si è tenuta l’assemblea. Ignazio Marino ha attaccato duramente il suo partito, invitando gli elettori a disertare le urne delle primarie come d’altronde farà lui.

«Io non mi riconosco più nel Pd di Matteo Renzi e non andrò a votare alle primarie perché il partito che le organizza è lo stesso che le ha fatte nel 2013 e poi le ha tradite mandandomi a casa. Dovremmo perciò invitare il Pd a rinunciare a questa farsa. Credo che un vero democratico debba disertarle per dare un segnale chiaro». Il “marziano” è tornato. E si è moltiplicato. Per almeno 200. Tanti quanti erano i partecipanti alla prima assemblea pubblica di “Parte civile — Marziani in movimento“, l’associazione nata dal gruppo facebook “Io sto con il sindaco Ignazio Marino”, tenuto a battesimo ieri dall’ex inquilino del Campidoglio. Maglione di cachemere color castagna, camicia slacciata e pantaloni sportivi, il chirurgo un tempo dem ha fatto un altro passo verso una nuova discesa in campo. Che comunque ci sarà — non si sa ancora se in prima persona o per interposta lista civica, magari omonima — e avverrà non prima del 6 marzo, data del gazebo day. È lui stesso a farlo intendere: «Credo sia importante iniziare a costruire una forza civica per arrivare ad una candidatura a sindaco », spiega al suo popolo.

 

 

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Il sindaco chirurgo torna a proporre la cosiddetta “linea Tocci”: una lista civica di sinistra senza simboli di partito; Stefano Fassina, candidato sindaco per Sinistra Italiana, ascolta e si dice, da settimane in realtà, pronto “ad allargare il campo”; frase che suona come una disponibilità al ritiro della sua candidatura, vista con difficoltà crescente da una parte della stessa Sinistra Italiana.

 

«Ai partiti che vogliono sostenere questa forza civica dico: rinuncino ai loro simboli e si uniscano a noi». Un appello a SI e al candidato Fassina seduto in platea perché «il dialogo con Marino non si è mai interrotto », ovviamente. Ma pure a quanti, nel Pd, avevano sostenuto l’identica proposta targata Tocci. Fa sul serio, l’ex primo cittadino. Sempre più determinato a voler dire la sua su Roma, Renzi e il commissario: «In queste ultime settimane il governo, oltre a mettere il burqa alle statue, ha autorizzato a rimettere i camion bar in alcune zone. Credo sia un errore grave», attacca. «Ho visto riapparire i caldarrostai da dove li avevamo tolti a piazza Navona. E proprio lì, davanti un’auto dei vigili, che non hanno purtroppo l’intuito investigativo per capire che si tratta di un abusivo». Un fiume in piena: «Per una legge voluta dal governo Renzi, esiste la possibilità di indicare dei siti dove bruciare, incenerire o gassificare i rifiuti. C’è il rischio concreto che possa essere autorizzata la riapertura di Malagrotta. Non può essere accettato o tollerato. Chi lo vuole non è di sinistra».

 

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