Emma Marrone racconta l’incontro con il suo hater: «Alle Iene non si è visto ma ho pianto»
10/10/2017 di Redazione
Emma Marrone ha raccontato al Corriere della Sera le sensazioni che ha provato incontrando il suo hater, Giancarlo. La cantante confessa anche di aver pianto durante il colloquio con il suo hater, anche se le lacrime non si vedono nel servizio trasmesso domenica sera da Le Iene. «Ero agitata e turbata. Non sapevo chi mi sarei trovata di fronte. Ho cercato di stare calma. Non si vede nel filmato ma un paio di volte sono arrivata alle lacrime».
Emma Marrone sottolinea di non sentirsi una vittima delle molestie verbali subite per colpa del suo hater, così come evidenzia di non aver cercato alcuna vendetta. «Non sono cascata nella trappola della vendetta. Non volevo la caccia alle streghe. Non mi sento una vittima. La mia famiglia mi ha dato fondamenta solide e questi fatti non mi spostano. Ma pressioni e insulti sui social hanno portato dei giovani al suicidio. Volevo far capire a Giancarlo e a quelli come lui che qualcuno potrebbe non avere le spalle larghe come le mie e a queste persone di non aver paura». Emma Marrone esprime sentimenti di comprensione verso Giancarlo, sopratutto perché lui stesso ha spiegato di aver scritto commenti di odio nei suoi confronti solo per aver consenso. Una ammissione di debolezza che non deve suscitare altro odio. Per questo la cantante ha ammonito i suoi fan a non rivolgere altri insulti e offese contro l’hater.
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Emma Marrone spiega nell’intervista al Corriere della Sera come lei accetti le critiche sulla sua musica, anche le più dure, ma non tolleri le offese di carattere personali. La cantante rimarca come se avesse tirato uno schiaffo contro Giancarlo avrebbe provato disgusto verso se stessa. Emma racconta come i primi hater l’abbiano particolarmente spaventata, tanto da essersi rivolta alla polizia postale, ma di non aver mai desistito dall’utilizzo dei social media, che hanno amplificato questo fenomeno. «Qualcuno mi ha suggerito di cancellare i profili o di farli gestire ad altri. Invece li tengo aperti e continuo a fare tutto in prima persona. Perché negarmi la gioia del condividere cose belle che mi capitano? I social dovrebbero servire per condividere non distruggere».