L’Enciclica di Papa Francesco: «Il salvataggio delle banche pagato dalla popolazione»

Papa Francesco non smette mai di stupire. Nella conferenza stampa evento di stamattina nell’aula del Sinodo, alla presentazione dell’Enciclica “Laudato si'”, non c’erano solo Giovanni Zizioulas, il metropolita ortodosso di Pergamo che Francesco ha definito venerdì scorso «il più grande teologo vivente» suscitando più di qualche malumore cattolico, e gli accademici John Schellnhuber e Carolyn Woo, ma anche a sorpresa un quarto relatore: Valeria Martano, un’umile maestra elementare della periferia di Roma (e militante della Comunità di Sant’Egidio).

PAPA FRANCESCO, ENCICLICA CONDIVISA VIA MAIL CON I VESCOVI –

Ma non è l’unica novità. A quanto pare Papa Francesco grazie al web ha condiviso l’Enciclica con i Vescovi di tutto il mondo. Lo ha raccontato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi nel corso della presentazione. «Il Papa ha voluto dare una particolare rilevanza ecclesiale a questa Enciclica – ha spiegato – Da circa un mese, approfittando del web, Francesco ha cominciato a preparare l’Enciclica con i Vescovi di tutto il mondo». Due giorni fa, poi, ha spiegato Lombardi, «il Pontefice ha inviato a tutti i Vescovi del mondo una mail con la quale ha consegnato l’Enciclica con una nota personale ad ognuno». «Caro fratello – si leggeva nel biglietto autografo del Pontefice – nel vincolo della carità unita e pace in cui viviamo come vescovi ti invio la mia lettera accompagnata dalla mia benedizione, uniti nel Signore e per favore non dimenticarti di pregare per me». Secondo padre Lombardi, «raramente o forse mai si è registrata un’attesa così ampia e prolungata. L’umanità ha manifestata di aver desiderato questo documento. E la sua pubblicazione rappresenta un momento di particolare rilevanza ecclesiale».

PAPA FRANCESCO, SECONDA LETTERA PASTORALE –

L’Enciclica “Laudato si'” prende il nome dal cantico delle creature di Francesco di Assisi. La lettera pastorale del Papa, la seconda dopo la la “Lumen fidei”, scritta a quattro mani con Benedetto XVI, e il secondo documento bergogliano dopo l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, esce in sei lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, arabo) dopo che una prima bozza (192 pagine, sei capitoli, due preghiere finali) era stata anticipata nei giorni scorsi, violando l’embargo, dal sito di un noto settimanale italiano. La tempistica della sua pubblicazione, lo ha spiegato il Papa stesso nel corso del suo viaggio in Sri Lanka e Filippine lo scorso gennaio, è in vista del vertice Onu sul clima che si terrà a Parigi a dicembre, dopo quello in Perù.

Il Vaticano ha anche prodotto e pubblicato su YouTube un video sottotilotato con le parti più rilevanti dell’enciclica in diverse lingue

PAPA FRANCESCO: «RISCHIAMO UNA TERZA GUERRA MONDIALE» –

Negli ultimi mesi Papa Francesco ha parlato spesso di «terza guerra mondiale combattuta a pezzi», ma nell’enciclica “Laudato si'” la denuncia di una possibile catastrofe ambientale è ancora più esplicita. «La guerra causa sempre gravi danni all’ambiente e alla ricchezza culturale dei popoli, e i rischi diventano enormi quando si pensa alle armi nucleari e a quelle biologiche», scrive il Pontefice con parole che non compaiono nella bozza anticipata nei giorni scorsi con la rottura dell’embargo giornalistico sul testo. Bergoglio ipotizza anche la causa scatenante di questo possibile disastro: «è prevedibile – afferma – che, di fronte all’esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni».

PAPA FRANCESCO: «ECONOMIA SIA PIÚ ATTENTA ALL’ETICA» –

Secondo Francesco, inoltre «nonostante che accordi internazionali proibiscano la guerra chimica, batteriologica e biologica, sta di fatto che nei laboratori continua la ricerca per lo sviluppo di nuove armi offensive, capaci di alterare gli equilibri naturali». Per questo l’enciclica chiede alla politica «maggiore attenzione per prevenire e risolvere le cause che possono dare origine a nuovi conflitti». «Ma il potere collegato con la finanza – rileva con amarezza il Papa – è quello che più resiste a tale sforzo, e i disegni politici spesso non hanno ampiezza di vedute». «Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo?», è la domanda che il documento suggerisce alla riflessione dell’opinione pubblica mondiale. La crisi finanziaria del 2007-2008 poteva diventare, nota il Pontefice, «l’occasione per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici, e per una nuova regolamentazione dell’attività finanziaria speculativa e della ricchezza virtuale. Ma non c’è stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondo».

PAPA FRANCESCO: IL DEGRADO AMBIENTALE COLPISCE GLI «ESCLUSI» –

Il degrado ambientale che colpisce soprattutto gli «esclusi» – si legge nell’Enciclica – sembra un’«appendice», nelle discussioni di tanti «professionisti, opinionisti, mezzi di comunicazione e centri di potere» lontani dalle aree interessate, «senza contatto diretto con i loro problemi». Ma l’approccio ecologico deve essere anche «sociale». Il Papa ricorda la proposta di Ratzinger di una Autorità politica mondiale. Bergoglio afferma che invertire il degrado ambientale e creare sviluppo sostenibile rende «indispensabile lo sviluppo di istituzioni internazionali piu’ forti e efficacemente organizzate». L’uomo è «ancora capace di intervenire positivamente» per l’ambiente – dice inoltre Francesco nella lettera pastorale – , ma non serve un’«ecologia superficiale o apparente», intorpidita, di «spensierata irresponsabilità». Non si può attuare il «modo in cui l’uomo si arrangia per alimentare i suoi vizi autodistruttivi», «rimandando decisioni importanti», «non riconoscendo i problemi».

PAPA FRANCESCO: IL CONSUMISMO NON PUÒ ESSERE «PARADIGMA» DI VITA –

Per quanto riguarda poi l’economia, il mercato – scrive il Pontefice nell’Enciclica – «crea un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti». Ma questo non può essere il «paradigma» di vita dell’umanità oggi. Sia per il senso della esistenza che per la sostenibilità delle economie, serve un cambiamento di «stile di vita». Già il «salvataggio a ogni costo delle banche è stato fatto pagare alla popolazione» – è uno dei passaggi dell’Enciclica sull’economia. Oggi non facciamo pagare ai popoli il prezzo della crescita ad ogni costo, «rallentiamo il passo«, e puntiamo a uno «stile di vita» conciliabile con la difesa integrale dell’ambiente e della vita di tutti i popoli. «L’esaurimento di alcune risorse» – sostiene il Papa – crea «uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni». E d’altra parte «la guerra causa sempre gravi danni all’ambiente e alla ricchezza culturale dei popoli, i rischi diventano enormi pensando a armi nucleari e biologiche». Il modello consumista – si legge ancora nell’Enciclica – è completamente disinteressato al «bene comune». Realizzare una «cittadinanza ecologica» invece porta a una serie di «azioni quotidiane» che hanno di mira la cura del creato, e uno sviluppo equo. La Enciclica ne elenca varie possibilità, dal consumo equo e solidale, al minor uso di condizionatori, alla gestione dei rifiuti.

PAPA FRANCESCO: «ACCETTARE DECRESCITA» –

In uno dei passaggi dell’Enciclica Francesco sottolinea che »è arrivata l’ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo procurando risorse perché si possa crescere in modo sano in altre parti». «La sobrietà e l’umiltà – si legge nella lettera – non hanno goduto nell’ultimo secolo di una positiva considerazione». «Se in alcuni casi lo sviluppo sostenibile comporterà nuove modalità per crescere, in altri casi, di fronte alla crescita avida e irresponsabile che si è prodotta per molti decenni, occorre pensare pure a rallentare un po’ il passo, a porre alcuni limiti ragionevoli e anche a ritornare indietro prima che sia tardi. Sappiamo che è insostenibile il comportamento di coloro che consumano e distruggono sempre più, mentre altri ancora non riescono a vivere in conformità alla propria dignità umana». «Diceva Benedetto XVI che ‘è necessario che le società tecnologicamente avanzate siano disposte a favorire comportamenti caratterizzati dalla sobrietà, diminuendo il proprio consumo di energia e migliorando le condizioni del suo uso’». La «crescita degli ultimi due secoli», nota il Papa in un altro passaggio della sua lettera, «non ha significato in tutti i suoi aspetti un vero progresso integrale e un miglioramento della qualità della vita». Il Papa poi precisa: «Nessuno vuole tornare all’epoca delle caverne, però è indispensabile rallentare la marcia per guardare la realtà in un altro modo, raccogliere gli sviluppi positivi e sostenibili, e al tempo stesso recuperare i valori e i grandi fini distrutti da una sfrenatezza megalomane».

(Foto di copertina: Ansa / Servizio Fotografico – L’Osservatore Romano)

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