Centro Oli in Val d’Agri, l’Eni avrebbe chiesto di patteggiare dopo aver ammesso lo sversamento di 400 tonnellate di greggio nel sottosuolo
22/08/2017 di Gianmichele Laino
La chiusura del Centro Oli di Viggiano e la sua riapertura tra mille polemiche. Il tassello che manca – o che potrebbe mancare – è quello del patteggiamento chiesto dai legali dell’Eni ai magistrati lucani. Dopo aver ammesso lo sversamento di 400 tonnellate di greggio nel sottosuolo della Val d’Agri, infatti, la compagnia petrolifera è pronta a cercare l’accordo con la procura di Potenza.
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ENI PATTEGGIA, L’INDISCREZIONE RIPORTATA DAL QUOTIDIANO DEL SUD
Questa indiscrezione (l’incontro sarebbe avvenuto prima di Ferragosto) è stata riportata dal Quotidiano del Sud, ma non ha trovato verifiche ufficiali da parte di Eni. Se, tuttavia, dovesse essere confermata, il patteggiamento arriverebbe prima della chiusura delle indagini preliminari e degli eventuali rinvii a giudizio. Attualmente, nel registro degli indagati, risultano anche due dirigenti dell’Eni che rischiano fino a 6 anni di carcere per reato di inquinamento ambientale. Con il patteggiamento, la pena sarebbe senz’altro minore.
ENI PATTEGGIA, SECONDO GLI AMBIENTALISTI I PROBLEMI RESTANO
E intanto sul COVA di Viggiano continuano ad alimentarsi le polemiche. Secondo chi si occupa di ambiente nella zona della Basilicata, il Centro Oli non avrebbe dovuto riaprire dopo la sospensione del 18 aprile scorso voluta dal governatore della regione Marcello Pittella. L’incidente alla base della decisione, infatti, è stato catalogato come «rilevante» e si teme che non possa essere facilmente risolvibile. Nonostante ciò, l’Eni avrebbe messo in sicurezza l’area, impedendo che nuovi sversamenti possano verificarsi in futuro.
Ma in Val d’Agri non sono molto ottimisti: un team di esperti ha inviato una lettera formale al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti per annullare la delibera regionale di riapertura del Centro Oli (datata 17 luglio 2017). Nella lettera si legge che non ci sarebbero i requisiti fondamentali per far sì che le modifiche fatte dall’Eni (e che hanno garantito la riapertura dell’impianto) possano essere realmente efficaci. La partita, insomma, continua. In Valle e nelle aule del Tribunale di Potenza.
(Foto Zumapress da archivio Ansa)