Cosa succede in una scuola dove ci sono i bambini non vaccinati

Una scuola di Melbourne è stata investita da un’epidemia di varicella, dilagata grazie al fatto che appena il 73% degli allievi è vaccinata, contro una media del 92% nel paese.

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Photocredit: Joe Raedle/Getty Images News

L’EPIDEMIA DI VARICELLA IN AUSTRALIA –

La Brunswick North West Primary School di Melbourne è finita al centro dell’attenzione nazionale e internazionale perché tra i suoi banchi è dilagata nelle ultime due settimane un’epidemia di varicella che ha colpito almeno 80 dei suoi 320 alunni. Un alunno su 4 infettato da un’epidemia che è avanzata rapidamente tra i bambini non vaccinati e che potrebbe comunque mettere a rischio anche quelli vaccinati, perché il vaccino comunque non garantisce la certezza d’immunità assoluta.

L’AUSTRALIA E LA POLEMCA SUI VACCINI –

La scuola è orientata a non discutere le scelte dei genitori in merito ai vaccini e ad accogliere senza problemi i ragazzi non vaccinati, ai quali proprio in questo periodo in Australia si pensa di vietare l’accesso alle scuole, da qui l’alta concentrazione di non vaccinati, una manna per il virus. Dal primo gennaio in Australia diventeranno obbligatorie le vaccinazioni per l’accesso alle scuole dell’infanzia, la misura non investe la scuola dell’obbligo, ma dovrebbe influire sulle scelte di molti genitori in favore delle vaccinazioni. Una misura simile è stata ventilata anche in Italia dal ministro della Salute Lorenzetti.

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LA VARICELLA È UNA MALATTIA PERICOLOSA, SOPRATTUTTO IN GRAVIDANZA –

La varicella è una malattia infettiva altamente contagiosa provocata dal virus Varicella zoster (Vzv), della famiglia degli Herpes virus. L’uomo è l’unico serbatoio noto di questo virus: la malattia si trasmette quindi soltanto da uomo a uomo, il successo della campagna globale di vaccinazione potrebbe quindi eradicare la malattia. La varicella è comunemente benigna e le complicazionisono rare nei bambini sani, verificandosi per lo più nelle persone immunodepresse, nei neonati e negli adolescenti o adulti. Possono però verificarsi superinfezione batterica delle lesioni cutanee, trombocitopenia, artrite, epatite, atassia cerebellare, encefalite, polmonite e glomerulonefrite. Tra gli adulti la complicanza più comune è la polmonite. Nel 10-20% dei casi il virus si risveglia a distanza di anni o di decenni, solitamente dopo i 50 anni, dando luogo all’herpes zoster, noto comunemente come “fuoco di Sant’Antonio”. Lesioni a grappolo di tipo vescicolare si presentano al torace, a volte accompagnate da dolore localizzato. Il dolore che persiste oltre un mese viene chiamato neuralgia posterpetica. Se la varicella viene contratta da una donna all’inizio di una gravidanza (nei primi due trimestri di gestazione) può trasmettersi al feto, causando una embriopatia (sindrome della varicella congenita). I bambini che sono stati esposti al virus della varicella in utero dopo la ventesima settimana di gestazione possono sviluppare una varicella asintomatica e successivamente herpes zoster nei primi anni di vita. Se invece la madre ha avuto la malattia da cinque giorni prima a due giorni dopo il parto, può verificarsi una forma grave di varicella del neonato, la cui mortalità può arrivare fino al 30%.

 

 

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