Chi erano i due jihadisti belgi arrestati al confine tra Francia e Italia
17/01/2015 di Redazione
Volevano entrare in Italia. Due sospetti terroristi, legati alla cellula jihadista di Verviers, sono stati arrestati ieri in Francia mentre si trovavano al valico di frontiera del Frejus. I due stavano fuggendo dal Belgio dopo il blitz antiterrorismo nella cittadina belga. «Stavano per attraversare il confine nel momento esatto in cui le guardie di frontiera hanno ricevuto la segnalazione dal Belgio e sono stati arrestati», hanno riferito fonti di polizia francese. In serata, il ministro degli Esteri Gentiloni ha parlato di allarme terrorismo in Italia «al livello 7 su 10». Così, mentre la Francia dà l’ultimo saluto a Charb, direttore di Charlie Hebdo, tra Francia, Belgio, Germania, Gran Bretagna e Irlanda sono stati effettuati una ventina di arresti.
TORNAVANO DALLA SIRIA – Eric Van Der Sijpt, portavoce della procura belga, ha spiegano l’alto livello di pericolosità della cellula: «Si preparavano ad effettuare attentati terroristici uccidendo funzionari di polizia nelle strade e nei commissariati». I militanti erano tornati di recente dalla Siria, muniti di kalashnikov, esplosivo e dotazioni di agenti di polizia locale. Repubblica racconta la ricostruzione della procura sul fermo dei due sospetti al confine italiano:
Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti, i due sarebbero incappati in un controllo doganale proprio mentre all’autopattuglia giungevano le indicazioni segnaletiche inviate da Bruxelles. Le autorità belghe non hanno fornito ulterior dettagli su quale fosse, in Italia, la destinazione che i jihadisti avevano intenzione di raggiungere. Fonti dei Servizi italiani ipotizzano che l’Italia potesse essere solo un luogo di passaggio dei due jihadisti diretti verso altre destinazioni.
Cellule tutt’altro che dormienti. Secondo altre fonti – riporta Repubblica – i jihadsti avevano intenzione di compiere anche un gesto clamoroso sequestrando e decapitando una «personalità pubblica di rilievo».
VOLEVANO DECAPITARE UN MAGISTRATO – Cosa progettava la cellula di Vaviers? Ne parla il Fatto Quotidiano, in un pezzo a firma di Leonardo Coen:
La cellula di Verviers sta per preparare qualcosa di grosso. Forse vogliono emulare i “fratelli martiri” di Parigi. Forse c’è un legame con Coulibaly, il massacratore dell’ipermercato kosher. Martedì un pregiudicato si presenta alla polizia di Charleroi. Dice di aver fornito a Coulibaly una mitraglietta Skorpion e una Makarov. Di non sapere che sarebbero servite per le stragi in nome di al Qaeda. Ha paura. Lo arrestano. Nel frattempo, i servizi dicono che non c’è tempo da
perdere, che bisogna intervenire e smantellare la cellula di Verviers.
Il piano stava per esser attuato…
HANNO PROGETTATO un attentato clamoroso, una bomba contro un commissariato, vogliono uccidere dei poliziotti in strada. Peggio: puntano a Bruxelles, vogliono rapire un alto magistrato e decapitarlo.
Charles Michel, il premier dà l’ok mercoledì. La Procura generale autorizza il blitz delle
Unita Speciali della polizia.
JIHADISTI BELGI: DA DOVE PROVENGONO – Mentre il blitz di Verviers si consumava a colpi di arma da fuoco le forze speciali facevano irruzionie in un’altra del paese belga. Racconta Il Fatto:
In 6 a Moleembeck, Anderlecht, Berchem, a Bruxelles, Liedeweck. In totale, 12 perquisizioni, 13 fermi, 4 convalidati. Più un belga e un marocchino con passaporto belga in fuga
Questi ultimi due sono i sospettati catturati ieri pomeriggio al confine di Freijus.
(In copertina BELGA PHOTO DIRK WAEM-LaPresse)