Ercole Incalza: chi è l’uomo sfiorato da 14 inchieste e riconfermato da 7 ministri
17/03/2015 di Redazione
Uscito quasi sempre indenne da 14 inchieste della magistratura. Riconfermato da 7 governi e 5 ministri diversi. Sono alcune caratteristiche che spiccano dal curriculum di Ercole Incalza, classe 1944, laureato in ingegneria civile e architettura, il super manager del ministero delle Infrastrutture arrestato ieri su ordine della Procura di Firenze.
Ne parla Paolo Colonnello sulla Stampa:
Ercole Incalza, «Ercolino» per gli amici, ha un lungo passato e contava in un radioso avvenire, nonostante i 70 anni e una legge fatta apposta per cercare di metterlo in pensione nel dicembre 2014. Grazie all’amicizia con il ministro Lupi, viene infatti riconfermato con un bando «su misura» almeno fino al 2016 come «consulente» a capo della sua creatura: la struttura tecnica di Missione delle Infrastrutture che governa miliardi di euro per gli appalti pubblici nel Paese. Uscito indenne, o quasi da ben 14 inchieste della magistratura, grazie soprattutto alle prescrizioni, riconfermato in ben 7 governi con 5 ministri diversi (dal berlusconiano Lunardi al prodiano Di Pietro, passando per il montiano Passera e il lettiano e poi renziano Lupi), Ercolino, in 14 anni di permanenza al ministero, è riuscito a comparire e scomparire in quasi tutte le inchieste più importanti del Paese: dalla corruzione nel ’96 del pm romano Castellucci (prescritto), a una truffa aggravata sull’Alta velocità del terzo valico dei Giovi (prescritta grazie alla Ex Cirielli).
LEGGI ANCHE:
Grandi opere: quattro arresti per corruzione, c’è anche Incalza
Inchiesta grandi opere, regali al ministro Maurizio Lupi?
Appalti grandi opere, Lupi al super manager: «Se ti mandano via cade il governo»
Incalza entra come dirigente alla Cassa del Mezzogiorno nel 1978. Nel 1983 arriva al ministero dei Trasporti. Nel 1985 diventa dirigente della Motorizzazione Civile. Dal 1991 al ’96 è amministratore delegato della Tav. Risale invece al 2001 l’approdo al sottobosco della politica romana (negli anni ’80 il super manager era nell’orbita del ministro socialista Claudio Signorile), quando diventa capo capo della segreteria tecnica di Lunardi. Viene indicato come capo di struttura di missione sia dai governi Monti, Letta e Renzi. Nel mezzo tanti affari. Racconta ancora Colonnello sulla Stampa:
Per non farsi mancare niente, secondo i pm, diventa socio occulto di una società romana insieme all’altro arrestato di questa inchiesta, Stefano Perotti, imprenditore di successo: la Green Field System, fondata nel 1998 e che ha versato a Incalza tra il 1999 e il 2008 circa 700 mila euro. Altri 450 mila euro sono finiti al suo principale collaboratore al ministero, Sandro Pacella, che oltre a sedere nel cda della «Green Field System», risulta stipendiato dalla società Ferrovie Sud Est, finita al centro di uno scandalo per i 25 convogli ferroviari pugliesi più cari del mondo: acquistati in Germania a 900 mila euro e ristrutturati in Polonia per 25 milioni, un affarone. Tutto si tiene nel magico mondo di Ercolino. Come la bellissima casa acquistata dal genero per la figlia Antonia nel 2003 a due passi da Piazzale Flaminio a Roma. Pagata ufficialmente 390 mila euro ma costata in realtà un milione e 400 mila euro, versati dall’architetto Angelo Zampolini, lo stesso che aveva pagato la casa al Colosseo all’inconsapevole ex ministro Scajola.
(Foto di Mauro Scrobogna da archivio LaPresse)