Un esperto spiega come sarà la tecnologia tra 5 anni
16/11/2015 di Alessio Barbati
In che direzione andrà la tecnologia nei prossimi 5 anni? Lo ha spiegato a Tech Crunch Diomedes Kastanis, responsabile per l’innovazione tecnologica di un’importante azienda di software, stilando cinque previsioni basate sulla sua esperienza.
DIVERSO CONCETTO DI PROPRIETÀ –
Pensa alle cose che utilizzi ogni giorno: il tuo smartphone, il tuo computer, la tua scrivania e via dicendo. Possiedi la maggior parte di queste cose, se non tutte. Nel futuro probabilmente le condividerai. Di recente abbiamo assistito ad un’impennata della sharing economy: non solo puoi stare a casa di qualcuno tramite Airbnb, ma puoi anche navigare sulla barca di qualcun altro con Sailo, volare sul suo aereo privato via OpenAirplane e trovare compagni di snowboard su Spinlister. Questa è solo la prima ondata. I principali attori come Google, Apple e Uber stanno sviluppando la tecnologia auto in modo che, tra qualche anno, non prenderai la tua macchina per andare a lavoro, ma ne ordinerai una dal cellulare. Se volessi, potresti averne una diversa ogni giorno. Ah, e l’ufficio? Non solo sarà posizionato in maniera ottimale per te e i tuoi colleghi, ma sarà “pre-caricato” con le tue informazioni secondo le preferenze individuali. Il sistema di condivisione è molto più efficiente, in quanto consente alle risorse di essere attive 24/7 piuttosto che solo nelle ore di lavoro. Dato che tutto sarà cucito su misura in base alle nostre esigenze ci sentiremo ancora come se quello che condividiamo fosse nostro.
“IL POTERE DELLA MENTE” –
In passato ci siamo affidati solo alle tastiere per controllare i nostri dispositivi. Poi è arrivato il riconoscimento vocale e con questo la possibilità di non dover nemmeno toccare i dispositivi per ottenere quello che vogliamo. La prossima progressione logica è il controllo mentale della tecnologia. Gli scienziati hanno già sviluppato protesi che gli amputati possono controllare con il cervello. Un nuovo trasmettitore wireless consente ai pazienti paralizzati di controllare i propri televisori, computer e sedie a rotelle, utilizzando solo il pensiero. Credo che in futuro questa interfaccia cervello-computer sarà universale. Invece di dire “Hey Siri” basterà pensare “Hey Siri”. Tra i principali protagonisti del settore ci sono Emotiv, azienda di bioinformatica che utilizza la tecnologia EEG per sviluppare questo tipo di interfacce e BrainGate, gruppo di ricerca che ha sviluppato il trasmettitore wireless di cui sopra.
CONNESSI, MA FACILMENTE –
Al momento c’è molto entusiasmo per la connessione ad internet. Stiamo collegando tutto: il termostato, il frigorifero, la macchina, il garage, il giardino. Questo implica svariati sensori e misuratori per monitorare le varie aree di interesse. Tra 10 anni però, questo ecosistema di connessioni sarà più semplice. Invece di misurare se nella vasca c’è abbastanza acqua, se il dispenser del sapone sta per finire o se le luci sono della gradazione ottimale, il tuo smart-bagno ti chiederà “Come è andata la visita?”. Potrai rispondere “Bene” oppure “Male, mancava il sapone”. Tutto ciò eliminerà la necessità di monitorare costantemente i vari apparecchi rendendo la tecnologia più “umana”. In sostanza i devices si baseranno sul nostro feedback quanto su quello dei dati già acquisiti.
“GLOCALIZZAZIONE” –
Grazie alla relativa semplicità dei trasporti e all’ubiquità dei social e delle app di comunicazioni, viviamo già in un mondo globalizzato. La sfida tecnologica sta prendendo una piega sempre più globale, ma adattata per ogni regione. In futuro tutto sarà “glocale”: una versione localizzata di una tendenza globale. Un esempio attuale è quello che sta succedendo in India. Dato che i consumatori indiani preferiscono una corsa economica piuttosto che elegante, Uber ha lanciato un risciò on demand a Delhi e per aggirare i regolamenti governativi gli utenti possono pagare le loro passeggiate in contanti. A cinque anni da oggi le aziende che vogliono sopravvivere dovranno glocalizzarsi.
LA REALTÀ VIRTUALE È REALTÀ –
Il New York Times questo mese ha pubblicizzato l’invio dei Google Cardboard ai propri abbonati con il giornale della domenica. Da oggi si possono vivere le notizie in realtà virtuale, ma tra cinque anni la VR permetterà di vivere qualsiasi esperienza. Ma anche la realtà virtuale cambierà. Invece di essere una realtà alternativa sarà incorporata a quella esistente. Dite addio agli occhiali ingombranti che tagliano fuori il mondo esterno e date il benvenuto alla tecnologia più discreta che ti immerge in un ambiente 3D senza ulteriori ostacoli al campo visivo. Esistono già alcune iniziative per lo sviluppo a basso costo di una tecnologia di augmented-pixel meno invasiva. Per di più Magic Leap, una startup americana, ha raccolto più di mezzo miliardo di dollari di finanziamenti per un prodotto che non richiede lo schermo. Nel 2020, quando la VR non sarà invasiva, integrerà diversi aspetti della nostra vita quotidiana, dal divertimento, all’istruzione e dal lavoro all’esplorazione.
Insomma, non c’è dubbio che il 2020 sarà un anno interessante.