L’euro perde rispetto al dollaro: l’incubo parità a un passo. Cosa sta succedendo?
06/08/2015 di Redazione
Euro,
nelle ultime settimane l’andamento della moneta unica sui mercati valutari è prevalentemente negativo. Il dollaro si avvicina alla parità, mentre la moneta unica europea appare particolarmente sottovalutata rispetto ad altre divise continentali.
EURO DOLLARO –
L’accordo tra Grecia e creditori internazionali ha spinto l’euro al ribasso, con il dollaro che è salito a quotazione di 1,08 rispetto alla moneta unica. In precedenza le due principali valute dell’economia globale erano scambiate a 1,12. Il trend di ribasso dell’euro prosegue da diverso tempo, e diversi analisti hanno perfino preconizzato il raggiungimento della parità. Una quotazione quasi impensabile solo poco tempo fa, quando per comprare un euro ci volevano quasi 1,40 dollari. L’avvio del Quantitative Easing e il probabile aumento dei tassi di interesse della Federal Reserve, che ha ormai concluso il suo programma di acquisti di titoli, hanno spinto molti investitori a comprare dollari e vendere euro, una tendenza che potrebbe proseguire fino al prossimo raggiungimento della parità. Secondo il capo economista di Goldman Sachs, Jan Hatzius, lo scambio a 1 a 1 tra le due principali monete globali dovrebbe avvenire entro la fine del 2015. Anche uno dei principali analisti di Deutsche Bank spiega a Handelsblatt come la parità nel breve periodo sia un’ipotesi piuttosto realistica. Chi invece esprime una posizione diversa rimarca come da tempo i mercati internazionali abbiano prezzato l’aumento degli interessi della Federal Reserve, e come la realizzazione di questo scenario non dovrebbe provocare una significativa alterazione degli scambi tra euro e dollaro. Un po’ come successo con il QE, ampiamente anticipato dai mercati dei capitali per quanto riguarda la stessa discesa della moneta comune, così come degli spread.
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EURO CAMBIO –
Diversi analisti reputano possibile anche un aumento dell’euro sul dollaro, a quota 1,20. Il Big Mac Index realizzato da The Economist, che compara il potere d’acquisto dei vari Paesi, indica una sottovalutazione dell’attuale quotazione dell’euro piuttosto significativa, del 16% rispetto al dollaro (dovrebbe essere scambiato a 1,29 secondo questo parametro), ancora più accentuata rispetto ad altre monete dell’economia europea, come franco svizzero o corona norvegese. La rapida diminuzione della moneta unica rispetto al dollaro potrebbe esser stata motivata dalla gravità della crisi greca, anche se in questi anni i mercati si sono mossi in modo oscillante rispetto a simili episodi. Le quotazioni dell’euro appaiano legate alle brutte notizie relative all’unione monetaria, una dinamica favorita dal carry trade. Molti investitori si finanziano in euro per comprare altre valute, visti i bassi tassi di interesse. Quando però ci sono timori sul suo futuro, queste posizioni sono rapidamente vendute. Uno studio di DZ Bank ha evidenziato la crescente rilevanza dell’euro come moneta di finanziamento per gli investitori. Una situazione che dovrebbe mantenersi ancora a lungo, vista la politica di tassi di interesse a zero della Bce. La conseguenza problematica, e parzialmente contradditoria con le scelte della Banca centrale europea, è che l’euro salirà in una situazione di crisi, visto che chi vorrà comprare altre valute si coprirà con una moneta sicura per cui servono tassi di interesse bassi.
Photocredit: PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images