Euro falsi, come lavora il Napoli Group
03/12/2014 di Redazione
Napoli è la campione europea di falsari. La falsificazione degli euro ha recentemente subito un duro colpo grazie all’operazione durata 2 anni contro il Napoli Group. Secondo gli inquirenti questo gruppo era responsabile della produzione della gran parte degli euro falsi che circolano nei 17 Paesi UE che hanno adottato la moneta comune. Una rete criminale che si appoggiava alla camorra e alle altre mafie, e che si stava delocalizzando come qualsiasi altra azienda.
GLI EURO FALSI E IL NAPOLI GROUP – Il quotidiano tedesco Die Welt dedica un reportage all’operazione di polizia che ha colpito in modo molto severo il Napoli Group, la più grande rete di falsari attiva nell’Unione Europea. Secondo la ricostruzione degli inquirenti circa il 90% degli euro falsi che circolano all’interno dell’unione monetaria così come in altri Stati sarebbe prodotta nei laboratori dell’hinterland partenopeo, protetto dalle connivenze locali e reso così efficiente grazie al contributo della camorra. L’operazione guidata dal comandante del Nucleo falsificazione colonnello Francesco Ferace ha portato all’arresto di 56 persone. La rete del Napoli Group, composta da diverse bande ognuna responsabile di diversi ambiti di falsificazione, è particolarmente temuta dalla Bce, visto che la rilevanza della sua produzione. All’interno dell’eurozona la circolazione di moneta falsificata è in realtà piuttosto ridotta. Nei primi 6 mesi del 2014 sono stati fermati circa 331 mila euro falsi, 98% all’interno dei Paesi membri dell’unione monetaria. Le banche centrali controllano ogni banconota che ricevono, e secondo le stime fornite dagli istituti il rapporto tra euro falsi e popolazione è di 20 a 10 mila.
GLI EURO FALSI E L’ITALIA – L’Italia è uno dei Paesi che ha il maggior numero di euro falsificati bloccati dalla polizia. Nella prima metà del 2014 le forze dell’ordine hanno bloccato 82300 banconote falsificate, circa un quarto del totale all’interno dell’eurozona. Die Welt rimarca come il fenomeno della falsificazione sia piuttosto contenuto in Europa, anche se la lotta contro i responsabili è difficile. Alessandro Lagella, comandante del nucleo antifalsificazione di Napoli. rimarca come i pezzi da 20 e 50 euro fatti dai falsari di Napoli siano piccoli capolavori, anche se possono essere scoperti grazie al metodo introdotto con le nuove banconote. La carta è infatti meno morbida, la filigrana non scompare quando il pezzo viene messo su un titolo, così come l’ologramma non si comporta come nelle banconote originali. Die Welt rimarca come i falsari di Napoli si muovessero come una vera e propria azienda, investendo nei macchinari volumi di denaro corrispondenti alle rendite. L’acquisto di macchinari arrivava fino a un massimo di 1 milione di euro, e spesso questi strumenti erano comprati nelle aste fallimentari.
GLI EURO FALSI E LA CAMORRA – Le banconote falsificate erano vendute a quinto del loro valore nominale. La camorra rappresenta un sostegno fondamentale per la falsificazione, visto che ha il capitale per finanziare gli acquisti di macchine. Die Welt rimarca come Napoli e il suo hinterland rappresentino un perfetto ambiente per questo tipo di attività illecite, vista la presenta di un’ingente forza lavoro attiva in passato nel settore delle stamperie, e una diffusa rete di illegalità e complicità che permette di nascondere iniziative illegali. Negli scorsi mesi però Carabinieri, Polizia e Guardia della Finanza hanno registrato come il Napoli Group stesse delocalizzando le sue attività. I falsari partenopei cercavano un altro tipo di risparmio dei costi, ovvero la riduzione del rischio di esser scoperti. Un alto funzionario di Europol esprime a Die Welt la sua preoccupazione per questo tipo di movimento, una continua ricerca dei luoghi dove i controlli siano minori. L’arresto di molti esponenti del Napoli Group non significa però che l’attività di falsificazione sia stata debellata. Il colonnello Francesco Farace rimarca a Die Welt come il contrasto ai criminali di questo settore andrà ancora avanti, anche se l’operazione I Soliti Ignoti ha rappresentato un indubbio successo.
Photo credit: ERNESTO BENAVIDES/AFP/Getty Images