Europei: Federica Pellegrini, è oro nella 4×200 stile libero. Che impresa!
22/08/2014 di Boris Sollazzo
Seconda medaglia per una staffetta italiana femminile a Berlino ed è ancora la zampata di Federica Pellegrini a rendere l’impresa al limite del miracoloso: gli ultimi 50 metri della campionessa italiana sono stati qualcosa di unico. Fede sembrava aver montato un motore mentre le altre affondavano.
LE QUATTRO MOSCHETTIERE – Non bisogna dimenticare, però, le sue compagne, capaci di lasciarla in una posizione da cui potersi catapultare verso l’oro: Chiara Masini Luccetti, Alice Mizzau (prima frazione) e Stefania Pirozzi, che si sono tenute attorno al minuto e 58 secondi nelle loro frazioni, mostrando un livello medio molto alto. Poi, il miracolo, sottolineato persino dal premier Renzi. Mentre tutta l’Italia, anzi tutta Europa si aspettava un onorevolissimo argento, nessuno aveva fatto i conti con la Regina. Pronta, come sempre, a dare scacco matto a tutti.
Bravissime tutte le nostre medagliate. Orgoglio Italia. Ma mamma mia cosa ha fatto @mafaldina88 #chapeau
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 21 Agosto 2014
LA GARA DI PELLEGRINI & C. – Al momento dell’ultimo cambio, l’Italia aveva cinque secondi di svantaggio dalla Svezia, anche grazie a un’altra frazione mostruosa della loro campionessa, Sarah Sjoestroem (già oro nei 50 farfalla e 100 stile libero), che ha fermato il cronometro dei suoi 200 sull’1’53”64. Fortuna che per vincere i 100 farfalla, una Pellegrini comunque spaziale non se la troverà come avversaria domani sulla stessa distanza nella gara individuale.
La nuotatrice di Mirano si è di nuovo trasformata in squalo, dopo 12 anni la sua fame di vittoria è ancora intatta. Fa un cambio al limite e nei primi 50 metri mangia quasi due secondi a un’incredula Stina Gardell, che pensava di dover solo timbrare il cartellino per mantenere l’oceanico vantaggio. Le seguenti due vasche sono una lezione di sport, un’impressionante dimostrazione di potenza, eleganza, talento e determinazione. La svedese è sconvolta dal recupero, Federica non si fa prendere dall’emotività ed erode ancora qualche centimetro. Come uno squalo, appunto, si avvicina piano alla preda. L’ultima vasca è storia. La Gardell è in crisi di nervi e ha i muscoli pesanti, l’italiana è tutt’uno con l’acqua. Non si sa se è più bella da vedere per stile e armonia dei movimenti o più veloce. Blocca il suo parziale a 1’56”52, la svedese a 2’01”52. Oro, con mezzo secondo di vantaggio e un totale di 7’50”53.
Il Velodrome di Berlino esplode in un boato, tutti sanno di aver visto qualcosa di unico. E il sorriso splendido della Pellegrini che festeggia con le sue compagne – solo Alice Mizzau era anche a Debrecen, con lei, a vincere l’oro che hanno difeso in vasca qui in Germania – è la risposta a chi non perde occasione di criticarla.
IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE -Federica Pellegrini è il nuoto. E ora, dopo un bronzo e un oro nelle staffette, vuole scatenarsi nelle sue gare, i 200 stile libero e i 400 stile libero (che, ha annunciato pochi giorni fa, dopo questa manifestazione potrebbe non affrontare più in “gare serie”). Niente dorso, perché anche se ogni medaglia è importante, lei – e Philippe Lucas, quell’estroverso geniaccio che ha saputo tirar fuori da lei quel meglio che il compianto Castagnetti (ormai scomparso da 5 anni, ma la sua mancanza si sente ancora, terribilmente) aveva scovato e coltivato – vuole l’Olimpiade di Rio, dopo la quale, dice, si ritirerà per metter su famiglia con Filippo Magnini.
E a noi, allora, mancherà quel sorriso che mischia ingenuità, sfida e consapevolezza, quando dice “non pensavo fosse possibile, ma ai 150 l’ho vista avanti due secondi e mi sono detta “ma io questa la riprendo”. Ancora non ci credo”. Neanche noi. O forse sì, perché, ragazza, ci hai insegnato che quando dentro l’acqua ci sei tu, tutto è possibile. Persino vedere in una piscina tedesca un clima da stadio da calcio.
Semplicemente, grazie.
(Foto LaPresse/Ap)