In Europa non ci sono mai stati tanti occupati. L’Italia però sorride meno
15/03/2017 di Redazione
Le ultime stime di Eurostat rivelano che nel quarto trimestre del 2016 gli occupati nell’Eurozona hanno toccato quota 153,9 milioni, il livello massimo registrato dal terzo trimestre del 2008 e che, parallelamente, il numero delle persone con un lavoro nell’insieme dei 28 Paesi Ue ha segnato un nuovo record assoluto arrivando a 232,9 milioni. Secondo le cifre dell’istituto europeo di statistica diffuse oggi nel periodo ottobre-dicembre 2016 l’occupazione è aumentata dello 0,3% nell’Eurozona e dello 0,2% nell’insieme Ue.
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EUROSTAT, OCCUPAZIONE: IN UE 232,9 MILIONI DI LAVORATORI
Per Eurostat, nei 19 Paesi che hanno adottato l’euro le persone con un lavoro nel quarto trimestre 2016 sono aumentate dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2015 mentre nell’intero 2016 l’occupazione è invece cresciuta dell’1,3% sul 2015. Nell’insieme del 28 Paesi Ue, la crescita delle persone con un lavoro è stata dell’1% sullo stesso periodo del 2015 e del 1,2% nell’insieme dell’anno passato. Il trend positivo sull’occupazione viene seguito anche dall’Italia. Per il nostro Paese Eurostat ha stimato un aumento dell’occupazione dello 0,3% su base trimestrale e dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2015.
EUROSTAT, DISOCCUPAZIONE: IN ITALIA QUARTO TASSO PIÚ ALTO
I nostri dati complessivi sul numero di persone con un lavoro sono comunque allarmanti. Stando ai dati sulla disoccupazione dell’Eurozona forniti da Eurostat ai primi di marzo, il numero dei disoccupati a gennaio 2017 è rimasto stabile al 9,6% rispetto a dicembre (dato più basso da maggio 2009), mentre è sceso dall’8,2% all’8,1% nei 28 Paesi Ue (miglior dato da gennaio 2009). Il dato italiano è risultato essere il quarto più alto dopo Grecia (23%), Spagna (18,2%) e Cipro (14,1%). A gennaio, il tasso più basso è stato rilevato in Repubblica Ceca (3,4%) e Germania (3,8%). Per quanto concerne infine la disoccupazione giovanile, nell’Eurozona è passata da 19,3% a 17,7% e nella Ue a 28 dal 21,7% al 20%. In Italia resta la terza più alta d’Europa dopo Grecia (45,7%) e Spagna (42,2%).
(Foto da archivio Ansa)