F1, arrestato il numero uno della Force India: richiesta estradizione da Delhi
18/04/2017 di Gianmichele Laino
Non c’è pace per il numero uno della Sahara Force India. La scuderia – quest’anno in un’insolita carenatura rosa – si trova costretta a fare i conti con l’arresto del suo team principal, Vijay Mallya, fermato a Londra dagli uomini di Scotland Yard e poi scarcerato in via provvisoria dopo il pagamento di una cauzione da oltre 750mila euro. Per lui, è stata avanzata anche la richiesta di estradizione da parte del governo di Nuova Delhi. Non c’entrano gli scarsi risultati e il dubbio gusto estetico della sua scuderia: l’accusa nei confronti dell’uomo d’affari indiano è piuttosto pesante e ha a che fare con debiti e riciclaggio di denaro.
LE ACCUSE AL TEAM PRINCIPAL DELLA FORCE INDIA
L’uomo, 61 anni, era stato infatti denunciato da un consorzio di 17 banche, che gli aveva prestato 1,3 miliardi di euro per finanziare le sue molteplici iniziative imprenditoriali. Sotto la lente d’ingrandimento, però, c’è soprattutto il fallimento della compagnia aerea Kingfisher Airways, che ha lasciato a terra tutti i suoi velivoli nel 2012. Il 2 marzo scorso, Mallya, vistosi braccato da una sentenza – arrivata di lì a poco – del tribunale di Bangalore, era scappato dall’India per evitare l’arresto.
COSA SUCCEDERÀ AL TEAM PRINCIPAL DELLA FORCE INDIA?
Secondo alcune ipotesi investigative, il team principal della Force India avrebbe utilizzato parte di quel prestito per creare fondi segreti in paradisi fiscali. Oggi, non sono state soltanto le banche e i suoi debiti a braccarlo, ma ci hanno pensato le forze speciali della polizia britannica. Intorno alle 9.30 è stato eseguito l’arresto, mentre in giornata, le autorità lo hanno presentato al tribunale di Westminster.
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Difficile, però, che possa essere soddisfatta la richiesta di estradizione del governo indiano. Mallya, infatti, dispone anche di un passaporto britannico che gli garantisce una certa tutela dal punto di vista non soltanto giuridico, ma anche del rispetto dei diritti umani.
(FOTO: ANSA/ EPA/DIEGO AZUBEL DC)