Fabio Vettorel, arrestato durante il G20 ad Amburgo, è stato scarcerato
28/11/2017 di Redazione
«Ci sono stati molti momenti brutti e sinceramente non pensavo nemmeno di poter uscire oggi: ero pronto a uscire a febbraio. Mi sono reso conto che c’era un motivo per cui ero lì, perché avevo messo in atto la mia resistenza e avrei dovuto resistere, anche se mi avessero fatto restare per più tempo». Sono alcune dichiarazioni rilasciate da Fabio Vettorel, il ragazzo di 20 anni italiano arrestato durante gli scontri del G20 di luglio scorso ad Amburgo, ieri rimesso in libertà. Era finito in manette con l’accusa di disturbo alla quiete pubblica aggravata dall’intento di causare danni attraverso oggetti pericolosi.
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FABIO VETTOREL SCARCERATO DOPO 5 MESI
È stato liberato dopo che la Cassazione, venerdì scorso, si è pronunciata a favore della scarcerazione ponendo due condizioni procedurali: il pagamento di una cauzione da 10mila euro a nomina di un procuratore sul luogo. In un’intervista rilasciata al Corriere delle Alpi Vettorel ha raccontato:
«È stato più facile per me stare dentro come prigioniero politico rispetto ad un criminale comune. Ma ho ricevuto molta solidarietà, anche perché si è capito che la mia era una situazione diversa dalle altre. Mi hanno scritto, in molti hanno cercato di aiutare i miei genitori, che sono stati fantastici. Ho saputo che a Feltre e Belluno sono state organizzate delle manifestazioni, anche per chiedere il mio rilascio, e iniziative benefit per pagare la difesa legale».
Vettorel descrive l’esperienza vissuta in carcere «forte» ma si ritiene comunque «fortunato» rispetto ad altri detenuti condannati a trascorrere in cella molto più tempo di lui:
«Sono stato fortunato perché ci sono stato poco: 5 mesi non sono tanti, ci sono detenuti che ci stanno per anni e non serve pensare ai grandi che ci sono già passati, basta pensare ad altri ragazzi come me. Durante il giorno leggevo, scrivevo lettere, parlavo con gli altri detenuti con cui ho sempre avuto un bellissimo rapporto, anzi molti sono stati solidali e continuerò a scrivergli. Non è stato facile perché le guardie non si comportano tutte allo stesso modo e non sai quando uscirai. Ma ce l’ho fatta».
(Immagine da archivio Ansa. Credit: ANSA / FERMO IMMAGINE TGR)