Fabrizio Miccoli accusato d’estorsione, arrestati due complici
20/04/2015 di Redazione
Non nuovo ad accuse di vicinanza alla criminalità organizzata, l’ex capitano del Palermo Fabrizio Miccoli è stato accusato di estorsione aggravata dalla DIA di Palermo.
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FABRIZIO MICCOLI E L’AMICO MAFIOSO –
Fabrizio Miccoli avrebbe incaricato il figlio del boss Salvatore Lauricella di recuperare alcuni crediti, questa l’accusa per la quale gli investigatori della Dia questa mattina hanno arrestato Lauricella junior, Mauro, e Gioacchino Alioto. Miccoli è invece indagato a piede libero nell’ambito dell’inchiesta coordinata dai sostituti Maurizio Bonaccorso, Francesca Mazzocco e dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci.
UNA BRUTTA STORIA D’ESTORSIONE –
Il creditore sarebbe un ex fisioterapista del Palermo e Miccoli è indicato come tramite con Alioto e Lauricella, di cui è grande amico, per recuperare i soldi che dovevano alcuni soci della discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine. Dopo l’incontro Lauricella e Alioto avrebbero incontrato, nel 2010, uno dei soci della discoteca in un locale in piazza Kalsa, alla presenza di altri mafiosi, e con metodi tipici dei mafiosi, avrebbero estorto migliaia di euro all’imprenditore.
LE ACCUSE DELLA DIA A FABRIZIO MICCOLI –
Secondo la DIA: «Le accuse sono frutto di una minuziosa e articolata attività di riscontro seguitasi negli anni e che continua tuttora al fine di verificare eventuali comportamenti illeciti realizzati dagli indagati». Gli investigatori sono in possesso di altre intercettazioni tra Miccoli e Guttadauro, nipote del superlatitante Matteo Messina Denaro, e figlio di Filippo, il messaggero dei pizzini con cui comunicavano il boss ricercato e l’ex padrino di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano. Ma impressionare i pm ci sono soprattutto alcuni dialoghi intercettati anni fa tra Miccoli e Lauricella junior. In auto i due cantavano: «Quel fango di Falcone» e in un altro dialogo intercettato dagli investigatori, Miccoli e Lauricella danno appuntamento a un altro amico, dicendogli: «Vediamoci davanti all’albero di quel fango di Falcone». Una discreta distanza dal Miccoli che dedicava i suoi gol a Falcone e Borsellino, tanto che all’epoca dell’emersione delle intercettazioni il giocatore si scusò pubblicamente, anche se non convinse. Attualmente Miccoli, trentacinquenne, milita in Lega Pro Prima Divisione nel Lecce, la squadra che lo ha lanciato all’attenzione del grande pubblico.
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I COMPLICI E LE ACCUSE –
Mauro Lauricella è figlio di Antonino detto «U scintilluni», boss del mandamento cittadino della Kalsa (arrestato a settembre 2011), Alioto, detto Zu Gino, venne citato per la prima volta dal pentito Tommaso Buscetta come uomo delle famiglie mafiose Sinagra, Spadaro e Marchese e ha un lungo curriculum criminale: traffico di droga, estorsione, porto abusivo di arma. A carico di Miccoli i pm hanno posto anche l’accusa di «accesso abusivo a un sistema informatico», perché avrebbe convinto il gestore di un centro Tim a fornirgli quattro schede telefoniche intestate a suoi clienti, una delle quali finì nella disponibilità proprio di Lauricella junior.