Le foto profilo con l’arcobaleno servivano a Facebook per studiarci?

Dietro alla proliferazione su Facebook di foto profilo con la bandiera arcobaleno, a sostegno della decisione della Corte Suprema di legalizzare i matrimoni gay in tutti gli Stati Uniti, potrebbe nascondersi un esperimento del social network. Lo afferma col beneficio del dubbio il mensile americano The Atlantic, in un lungo articolo basato sulle dichiarazioni di un gruppo di ricercatori.

ESPERIMENTO? –

“Probabilmente si tratta di un esperimento di Facebook”, ha scritto sulla propria bacheca Cesar Hidalgo, ricercatore all’MIT di Boston, “Voglio essere coinvolta in questo studio di Facebook” ha affermato Stacy Blasiola, ricercatrice di Comunicazione all’Università dell’Illinois, cambiando la foto profilo. È bastata qualche ora infatti a far aderire più di un milione di persone al “Celebrate Pride”. Da Menlo Park però smentiscono senza indecisioni: «Nessun esperimento» dichiara il portavoce del social network William Nevius. Dal canto suo The Atlantic solleva una domanda: “I data scientist di Facebook stanno utilizzando la funzionalità per studiare la propagazione dei fenomeni virali?”.

Facebook
facebook foto arcobaleno

I DOCUMENTI DI FACEBOOK –

A supporto della teoria ci sarebbero alcuni documenti pubblicati in sordina da Facebook nel marzo 2013. In “The Diffusion of Support in an Online Social MovementBogdan State, dottorando alla Stanford e Lada Adamic, data scientist di Facebook, analizzarono i fattori predittivi di supporto all’uguaglianza dei matrimoni gay sul social network. Lo studio si concentrava sul cambio delle immagini profilo con il logo della “Human Rights Campaign” a favore delle nozze omosessuali. Nello specifico State e Adamic intendevano scoprire quante volte gli utenti avevano bisogno di vedere un amico cambiare foto prima di accodarsi alla “moda”.

FACEBOOK SMENTISCE –

Ma il sito più visitato al mondo si è limitato a rendere noti i dati dell’iniziativa «Sono più di 26 milioni le persone che hanno cambiato la foto profilo – si legge in un comunicato – per esprimere il proprio supporto alla comunità LGBTQ. L’idea è stata progettata da due stagisti la scorsa settimana. Il prodotto è piaciuto molto internamente ed è stato deciso di renderlo disponibile per il pubblico. Giusto in tempo per il weekend del Pride e per festeggiare la storica sentenza negli Stati Uniti».

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