«Fare il troll? Ormai è un posto di lavoro»
15/02/2014 di Alessandro D'Amato
Marta Serafini firma oggi sul Corriere della Sera un articolo in cui si parla della «fabbrica dei troll». Secondo l’articolo, sono «In Rete con un solo scopo: insultare. E ora sono le aziende ad arruolarli». Il risvolto economico è spiegato verso la fine dell’articolo:
Si guardi anche all’Italia di questi ultimi due anni. Complice il dibattito politico (spesso di basso livello), le bacheche Facebook e Twitter si sono riempite di schifezze fabbricate dai troll. Insulti, fotomontaggi, video stupidi non sono sempre realizzati gratuitamente. Che si tratti di organizzazioni politiche o di aziende, i troll sono stati arruolati. Un esempio? «Se una multinazionale che produce telefonini vuole dare fastidio al concorrente può rivolgersi all’esterno per assoldare, anche per pochi spicci, utenti che scrivano recensioni negative sull’ultimo modello di smartphone dell’avversario», spiega Paolo Lezzi, esperto di sicurezza informatica e a.d. di Maglan Europe, multinazionale israeliana specializzata nella protezione delle informazioni. Morale, se l’azienda danneggiata vuole reagire, deve rivolgersi prima a società di cyber investigation e poi a quelle che ripuliscono la reputazione digitale «cancellando» i contenuti dannosi dalla rete. Il tutto ha dei costi che vanno dai 5 mila ai 10 mila euro al mese.
Troll: foto da Corriere della Sera
Ma si consolino le vittime:
«Per avvalersi dei servizi dei troll che diffamano si spende almeno doppio, trattandosi di un’attività illegale», chiosa Lezzi. Il confine tra lecito e illecito è poi molto labile: il Telegraph ha svelato come alcune lobby del Parlamento Europeo, in vista delle prossime elezioni, stiano pensando di investire due milioni di euro per reclutare troll con l’obiettivo di contrastare in rete la predominanza degli euro scettici. Morale, la fabbrica dei troll ha creato nuovi posti di lavoro. In testa, il cacciatore di troll che li contrasta pubblicamente e cerca di ripagarli con la stessa moneta. Ma anche il moderatore. Chi infatti decide di aprire un sito o un blog deve sempre più spesso fare attenzione alla gestione dei commenti nella rimozione degli insulti e dei contenuti non appropriati. Sprecando energie e denaro. Ma questo al troll non importa minimamente. Perché ormai è diventato un mercenario senza cuore.