La fattura che affossa l’Italia dei valori
07/08/2014 di Redazione
Sergio Scicchitano, calabrese di 59 anni avvocato di Antonio Di Pietro e del suo partito, ha presentato all’Italia dei Valori il conto degli ultimi 13 anni: due milioni e mezzo di euro che rischiano di strangolare l’Idv, ormai ridotta all’osso dopo il tramonto politico di Antonio Di Pietro.
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IL CONTO SALATO – «Chi ha fatto campagna elettorale lo sa: qualcuno è stato preso a parolacce. I più buoni ci dicevano: ma l’Idv esiste ancora?» ha spiegato il presidente Ignazio Messina all’ultimo esecutivo lo scorso 7 giugno, quando Di Pietro da presidente onorario è diventato semplice tesserato per via della fattura, scrive Laura Maragnani per Panorama. «Ma Scicchitano era gratuito o no? Si è sempre saputo che forniva prestazioni professionali a fronte del rimborso spese. E noi lo abbiamo ringraziato per 12 anni», esclamava Messina». Anche il tesoriere Ivan Rota era allibito «Non sono stato informato di questa spada di Damocle». Rota era subentrato nel 2013 e dei 7 milioni presenti in cassa, 2,5 ha dovuto accantonarli come fondo rischi. Di Pietro dal canto suo aveva dichiarato: «Più volte siamo stati indotti a credere che egli (Scicchitano ndr.) lo faceva come gesto di militanza e dirigenza all’interno dell’Idv. Ma sul piano giuridico egli ha diritto di essere pagato» purchè «il prezzo sia giusto e il nostro debito non prescritto». Messina ha replicato furioso «Scicchitano ha applicato i massimi di tariffa, chiedendo in certi casi di aumentarli per l’importanza della causa». Una riunione finita male, con le dimissioni di Di Pietro da ogni carica del partito; anche se, come riportato da Panorama, pare che l’ormai ex uomo politico, sia riuscito a trovare lavoro in un importante studio legale: quello di Scicchitano.
(Photocredit: Spada/LaPresse & Mauro Scrobogna /LaPresse)