Fedez difende i No Expo. Poi li condanna. E finisce nella bufera su Twitter

Il 25enne rapper milanese Fedez finisce ancora nella bufera per le frasi postate su Twitter. Ieri il cantante dal suo profilo ha difeso le ragioni della protesta a Milano contro l’Expo, durante la quale sono state imbrattate le strade della città. «La vernice sui muri dei #NoExpo indigna più delle infiltrazioni mafiose di Expo», ha scritto sul social network. Oggi lo stesso Fedez attacca il giornalista Nicola Porro, che lo ha aveva accusato di doppiopesismo, dopo che il rapper ha condannato le violenze delle ultime ore.

 

fedez(Foto: Claudio Peri / Ansa)

 

 

 

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Ecco come sono andate le cose. Fedez su Twitter, dove vanta ben 672mila follower, mentre scoppiavano scontri tra antagonisti e forze di polizia (con lancio di petardi e molotov da una parte e lacrimogeni dall’altra) oggi pomeriggio ha scritto: «È palese che la manifestazione di ieri e le violenze che stanno avvenendo in queste ore non sono minimamente paragonabili ed accumunabili». Una posizione diversa rispetto al giorno precedente che ha innescato la reazione di diversi follower ed anche di Porro, che ha twittato: «Per gente come te, che oggi Milano è a ferro e fuoco. Quelle di oggi come le chiami? Chiedi scusa. E la prossima volta pensa». E ancora: «Che vigliacchetto che sei. Ieri applaudivi e oggi nascondi la mano. Per te ci vuole davvero la mamma di Baltimora. Ripeto chiedi scusa».

 

       

 

La replica di Fedez è stata ancora pungente: «La manifestazione di ieri non è quella di oggi, so che può essere un concetto difficile per te ma se ti applichi ci arrivi». Le esternazioni del cantante, dunque, ieri non erano passate inosservate e alcuni blogger o giornalisti avevano ribattuto ai tweet del rapper innescando la sua reazione. In difesa di Fedez, che aveva messo nel mirino anche Andrea Bocelli e Antonella Clerici, i due protagonisti della serata inaugurale, ieri sono intervenuti anche i 99 Posse. Contro di lui, invece, il leader della Lega Nord Matteo Salvini.

 

(Foto di copertina: Massimo Barbaglia / Ansa)

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