Nicolò Mirra, il ragazzo pagato dalla Roma per giocare a FIFA
13/03/2017 di Redazione
Fifa di EA è il videogame sportivo più famoso del mondo. Una simulazione calcistica che ha avuto un successo incredibile negli ultimi vent’anni, con più di 100 milioni di copie vendute a livello globale. Alcune società italiane, come la Sampdoria e la Roma, hanno deciso di assumere gamer professionisti per partecipare ai tornei online di videogiochi, sempre più seguiti dagli appassionati di videogame. Il Fatto Quotidiano di lunedì 13 marzo 2017 intervista uno dei tre ragazzi pagati dalla Roma per giocare, e possibilmente vincere, nei tornei eSports dedicati a FIFA. Uno di loro è italiano: si chiama Nicolò Mirra, ha 23 anni, studia informatica all’università di Milano, e dal 2015 è diventato un gamer su base semiprofessionale. Conosciuto nell’ambiente con il nickname Insa, Nicolò Mirra è uno dei più bravi nei Fut Champions, tornei virtuali di Fifa. Al Fatto l’universitario milanese spiega come si svolge la sua preparazione al gioco online.
Gioco a Fifa da sempre, dal 2015 in maniera più competitiva. Ho iniziato a vincere i primi tornei e a lavorare sugli sponsor e sulla mia immagine. Non gioco mai troppe ore consecutive, perché dopo un po’la concentrazione cala. Riguardo frame per frame i match per imparare dagli errori, curo le tattiche di gara nei minimi dettagli. Evito di giocare la notte per non adottare uno stile di vita poco sano. Lavoro con un mental coach, che mi ha insegnato i trucchi per mantenere la calma anche quando errori indipendenti da te minano il tuo piano partita. La differenza tra me e i non professionisti sta nella serietà con cui affronto ogni aspetto del gioco
L’assunzione di Insa da parte della Roma è spiegata da una nuova strategia di marketing. Sui mercati esterni all’Europa, come America del Nord e Asia, i videogame di calcio sono perfino più seguiti dei tornei veri e propri. Avere un campione capace di rappresentare la tua squadra e vincere Fut Champions o altri eventi degli eSports significa pubblicizzare il proprio brand in modo rilevante. La Roma spera che grazie alle performance di Nicolò Mirra possa acquistare nuovi fan, che poi seguiranno il suo marchio, nei prodotti commerciali come a livello sportivo. Una strategia sempre più seguita all’estero, anche se finora il marketing sui videogiochi è limitato in Italia.
“La finale del campionato mondiale di League of Legends contende al Super Bowl il record di spettatori” spiega Nicolò. Il network Espn ha da tempo inserito i videogame nella propria programmazione e presto potrebbero essere le tv di casa nostra a trasmettere match virtuali. Sarà la definitiva consacrazione del business? “Non è detto, temo che la materia sarà affrontata in maniera retrò per sostenere che i videogiochi fanno male. Di certo Fifa ha enormi margini: gli italiani vivono di calcio e sanno riconoscere da che parte vanno i soldi”.
Foto profilo: Facebook di Nicolò Mirra