Formula E, l’auto elettrica che cambierà il mondo delle corse

UN RUMORE NON SODDISFACENTE? – Certamente la manifestazione potrebbe destare l’interesse di molti attori ma sembra che per qualcuno verrà a mancare lo spettacolo, esclusa certo la corsa a piedi per raggiungere l’auto di riserva ricaricata. Red Bull, azienda che ha fatto scuola nel campo del marketing, non sembra approvare la nuova disciplina perché priva di emozioni per il pubblico. Il problema è dato sopratutto dal rumore. A confronto abbiamo il suono di una Formula E con l’effetto del V10 della Ferrari di Fernando Alonso impegnata nelle qualifiche sul bagnato al Gran Premio d’Australia di Melbourne ed in effetti il confronto è impari. E secondo Red Bull tale discrepanza potrebbe portare ad una disaffezione da parte del pubblico, con tanti saluti per gli investitori.

LE CRITICHE DI GERHARD BERGER – La casa austriaca per rafforzare la propria idea ha paragonato le vetture di Formula E a delle auto radiocomandate. Tutta colpa, se così si può dire, dell’esibizione di una di queste vetture a Las Vegas, avvenuta nei giorni scorsi, con al volante Lucas Di Grassi. La macchina da un lato è bella da vedere e sicuramente intrigante ma manca di mordente, tanto che al pilota brasiliano non sono riuscite le esibizioni tipiche dei piloti di F1. Un altro ad essere deluso dalla nuova categoria è senza dubbio l’ex pilota di Ferrari e Benetton ed ex team manager della Toro Rosso Gerhard Berger, ripreso da F1 Passion: «Mi è stato chiesto se volevo essere coinvolto nella Formula E, ma ho rifiutato. Non è il mio tipo di motorsport».

A VETTEL LA FORMULA E NON PIACE – «Vengo da una generazione che era orgogliosa della propria macchina -ha continuato Berger- si montavano gomme più larghe, si lavorava sul motore, ci si montava un alettone bello grande. Oggi le macchine sono così perfette che se cerchi di toccarle le peggiori». L’opinione dell’austriaco è la stessa di Sebastian Vettel, ripreso dalla Reuters. Secondo il quattro volte campione del mondo di F1 il problema sta nella mancanza di rumore perché secondo lui è quello che spinge i tifosi ad appassionarsi, cioè una macchina rombante e non un qualcosa che muove il vento o assomiglia ad una vettura stradale. In effetti la differenza tra un’auto normale ed una Formula E è di solo 10 decibel.

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QUANDO LE CORSE PER AUTO ELETTRICHE SONO UN INSUCCESSO – E dire che il futuro sembra ad appannaggio delle corse elettriche. Veicolielettricinews ci parla di Challenge Zero, una corsa per le montagne cilene dedicata a vetture prive di emissioni inquinanti. Si parte da Farellones, a 2.430 metri di quota, per arrivare dopo quaranta chilometri alla capitale Santiago. La corsa è destinata a tutti i prototipi che possono essere così testati approfittando della competizione. E qui trovano spazio vetture di ogni tipo, sopratutto elettriche. A volte però altre esperienze simili sono andate male come la Ev Cup, campionato inglese destinato alle auto elettriche fermatosi però all’edizione 2011. Destino simile anche per la Future Car Challenge, una sfida per auto elettriche che dovevano gareggiare da Brighton a Londra. Nel 2012 partì con un incredibile entusiasmo ma nel 2013 venne cancellata per mancanza di sponsor.

IL SOGNO DI IMOLA ED IL RUOLO DELL’ITALIA – Helmut Marko, il Richelieu della galassia Red Bull nel motorsport, ha detto che l’azienda si prenderà un anno per capire dove andrà il campionato ma a giudicare dai commenti sul sito della casa madre, sarà difficile vedere un toro rosso su una vettura elettrica. Ad Imola, come spiega Romagna Noi, i membri del comitato «Cittadini per un Autodromo diverso» ha chiesto al sindaco della città, Daniele Manca, di adoperarsi affinché porti sul circuito dove morì Senna nel 1994 le auto elettriche dimenticando però che come prevede il programma, queste non corrono su circuiti permanenti troppo lunghi per il progetto. La voglia dei cittadini, che sperano in un contesto verde fatto di grigliate e passeggiate, può essere interessante ma mal si sposa col progetto che comunque vede al suo interno tanta Italia, vista la presenza di Dallara come fornitore di telai e di Liuzzi come pilota.

I PERICOLI PER LA FIA – Il sospetto, leggendo gli entusiasmi legati al mondo della Formula E, è che il suo destino possa essere accomunato alla Gp2, una categoria con vetture standard e low cost studiata per affiancare gli eventi di Formula 1 portando alla scoperta di giovani piloti. Ma dopo le prime quattro stagioni trionfali, il suo prestigio è andato via via scemando e ci si chiede se ha senso mantenerla in vita. Ed il sospetto per la Formula E appare simile. La prima stagione sarà cruciale per capire se il pubblico accorrerà per una questione di curiosità o perché sarà seriamente appassionato dalla formula. Ed alla Fia sperano che tutto vada per il verso giusto perché un eventuale fallimento rischia di portare con sé tutta la filosofia della mobilità elettrica, a favore dello sporco, rumoroso ma emozionante motore a scoppio. (Photocredit Fia)

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