Gabrielli: «Marino non ha fatto squadra, ma a Roma serve un dream team»
15/10/2015 di Redazione
«Roma può cambiare solo con un dream team, e Marino non ce l’aveva». È questo, in sintesi, il pensiero del prefetto di Roma Franco Gabrielli a una settimana dalle dimissioni del sindaco Marino e a meno di due mesi dall’inizio del Giubileo. Intervistato da Francesco Merlo su Repubblica, Gabrielli utilizza l’espressione utilizzata ieri dal premier Renzi per descrivere la sua “squadra dei sogni” per la gestione della città di Roma nel corso dell’Anno Santo che sta per aprirsi:
Il giudizio di Gabrielli è netto. Ignazio Marino non aveva quel “dream team” che avrebbe potuto cambiare le cose:
Tradotto dal “renzinglese”, che cos’è un dream team? E che cosa sono davvero i super poteri?
“Una buona squadra. E una scommessa sul cambio di rotta. Ormai su Roma tutto quello che di negativo c’era da dire, è stato detto. Tutto vero, per carità. Ma ricorda Brecht? “Per noi va male. Il buio cresce. Le forze scemano… Dobbiamo sperare soltanto in un colpo di fortuna?”. Brecht ci dice che ci dobbiamo provare: “Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua”. E il presidente del Consiglio si mette in gioco”.
Marino non aveva un dream team?
“Il suo errore più grande è il non avere fatto squadra. Pensi a quante volte ha cambiato la giunta “.
Il discorso, naturalmente, cade sulla nomina del commissario per Roma. Da un punto di vista formale, la nomina spetta al prefetto, quindi a Gabrielli, che però assicura che si tratterà di una scelta in concerto con Renzi e Alfano:
Sarà Renzi a scegliere il commissario?
“Tecnicamente lo nomino io. Ma è chiaro che lo farò insieme al ministro dell’Interno e al presidente del Consiglio. Diciamo che se non lo scelgo io, sarà certamente scelto con il mio gradimento”.
Quando?
“Nella prossima settimana”.
Mi dicono che i candidati veri sono tre prefetti: Paola Basilone, Riccardo Carpino e Bruno Frattasi. E mi dicono che il favorito sia Frattasi.
“Non dico nulla”.
Sono nomi di suo gradimento?
«Sì».
Gabrielli sottolinea il proprio ruolo di “funzionario dello Stato”, il cui primo obiettivo è quello di garantire la sicurezza della città durante un evento di portata globale come il Giubileo. E il prefetto allontana ogni ipotesi di candidatura per le elezioni che si terranno a primavera:
Lei è renziano?
«Io sono un funzionario dello Stato. Sul piano personale, non politico, sono un vecchio amico di Enrico Letta»
[…]
C’è chi pensa che uno di voi due prefetti, o lei o il commissario, a primavera potrebbe diventare il candidato sindaco di Renzi.
«Per me, lo escludo. Aggiungo che io vieterei per legge ai prefetti e ai magistrati di candidarsi alle elezioni almeno per cinque anni ».
Cosa si gioca lei con il Giubileo?
«Premesso che il prefetto in questa città così complicata e così piena di veleni deve essere la garanzia per tutti, io sono innanzitutto un poliziotto. Dunque, la sicurezza è la mia prima preoccupazione ».
E, per entrare più nello specifico, Gabrielli illustra qualche dettaglio tecnico:
Ma come fa un poliziotto a garantire la velocità di intervento con quegli otto tavoli di lavoro e quel supertavolo di controllo che fa capo al sottosegretario De Vincenti e a monsignor Fisichella?
«Avremo una sala operativa, una cabina di regia, il luogo del tempo reale».
Dove?
«La Sala Roma della polizia nel quartiere Piramide. E poi avremo finalmente il numero unico che ci chiede l’Europa e che la Lombardia ha già: il 112. A partire dal 17 novembre il 112 sostituirà il 115 e il 118 e a partire dal 30 novembre anche il 113. E il numero unico resterà anche dopo il Giubileo».
Chi risponderà?
«La Sala Laica, nel palazzo della Regione».
A Roma i numeri pubblici sono sempre occupati.
«Ci saranno 200 addetti con un sistema molto bene informatizzato ».
E i problemi cronici di Roma? Merlo insiste:
Teme più un attentato o uno sciopero dei trasporti o degli spazzini in pieno Giubileo?
«Sulla pulizia dovremmo cominciare a vedere i primi miglioramenti già in novembre. Abbiamo lanciato un appello per una tregua del conflitto, e siamo tutti ben disposti alla mediazione, anche i sindacati».
Anche i vigili urbani?
«Tutti».
E se non ci riesce?
«La precettazione sarebbe davvero l’ultima risorsa. Solo se fosse necessaria, la useremmo».
[…]
È anche colpa della famose buche. Ci saranno anche durante il Giubileo?
«Verde pubblico, arredo urbano, parchi, asfalto, panchine e marciapiedi: sarebbe stupido promettere miracoli. I milioni sono cinquanta, i cantieri venticinque… Come diceva San Francesco: Dio, dammi la forza di cambiare le cose che si possono cambiare, il coraggio di accettare quelle che non si possono cambiare, la saggezza di saper distinguere le une dalle altre».
(Photocredit copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)