Frank Serramondi, tutti i misteri dell’omicidio di Brescia
12/08/2015 di Redazione
Frank Serramondi, tutti i misteri dell’omicidio di Brescia che, c’è da scommetterci, darà non poco da lavorare agli inquirenti vista la difficoltà, almeno in apparenza, a sbrogliare una matassa incentrata sul proprietario del laboratorio di pizzeria più famoso per il popolo della vita notturna nel capoluogo lombardo: chiunque, a Brescia, conosceva la pizzeria Da Frank, il suo proprietario, Francesco Serramondi e la moglie Giovanna Ferrari, uccisa probabilmente solo per liberarsi di una testimone scomoda.
FRANK SERRAMONDI, TUTTI I MISTERI DELL’OMICIDIO DI BRESCIA
La dinamica è riportata dalle cronache online oggi.
Brescia, via Val Saviore, pizzeria da Frank: il codice rosso è partito alle 10.20 di martedì 11 agosto. Francesco Seramondi, il titolare, 65 anni, e sua moglie Giovanna Ferrari, 63 anni, sono stati uccisi durante una sparatoria. Sul caso indaga la polizia. Gli aggressori avrebbero sparato da un motorino: due, massimo tre colpi di fucile a pallettoni a distanza ravvicinata, poi la fuga
Così il Corriere della Sera, ma a non tornare, per ora, è il movente: “La pista passionale” viene tenuta aperta solo pro forma; presidio del quartiere, la pizzeria da Frank era un punto di riferimento e negli scorsi anni il titolare ha presentato alle forze degli ordini vari esposti.
Sette anni fa la vittima aveva presentato un esposto per denunciare il degrado della zona. «Vi scrivo affinché possano essere risolti i problemi in merito al disturbo e al rischio per le persone causati dagli assedi di extracomunitari nella zona circostante l’attività. La situazione è talmente grave che molti clienti non frequentano più il negozio perché non si sentono sicuri, perché appena scendono dalla macchina vengono circondati da ragazzi di colore e non che vogliono vendere loro qualsiasi oggetto. Ci sono anche venti persone per volta, non posso chiedere i documenti». Lettere sempre identiche sono state poi spedite nel 2012, nel 2013 e – l’ultima volta – un mese fa al comando dei vigili. Denunce che descrivevano una realtà della quale i residenti di via Valcamonica e di via Milano, periferia ovest di Brescia, si lamentano da anni. Problemi affrontati da polizia e carabinieri a suon di blitz e arresti: «Chi vive qui è abbandonato tra immigrazione, degrado e spaccio a cielo aperto». Quella di balordi, tiratardi, sbandati, lucciole e papponi è una fauna umana alla quale il vecchio Frank era abituato e con la quale, in un modo o nell’altro, aveva finito per convivere. La pizzeria al trancio era un’istituzione per molti amanti delle notti bresciane, ma anche per camionisti e perfino poliziotti.
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Frank era noto per governare con una certa decisione il vasto mondo della notte che ruotava intorno al suo esercizio; le sue denunce contro il degrado potrebbero aver scontentato qualcuno? E’ questo il movente per uccidere i due? Sembra difficile. Le denunce erano molto generiche e sulla base di esse, comunque, le forze dell’ordine affermano di essersi sempre mosse con la dovuta solerzia; comunque, per ora, è questa la pista più accreditata, anche se si affaccia un’altra ipotesi collegata ad una disavventura che da qualche settimana “ruota” intorno alla pizzeria.
Un mese fa Francesco Seramondi era stato convocato in questura per testimoniare dopo l’agguato a un suo dipendente, il pizzaiolo albanese Arben Corri. E il suo racconto era sembrato «incongruente e lacunoso». La notte del 2 luglio qualcuno aveva affiancato l’auto del pizzaiolo albanese e aveva sparato diversi colpi con una pistola. Un proiettile lo aveva colpito al torace e lui s’era salvato quasi per miracolo. Frank – che avrebbe piccoli precedenti forse legati a questioni di droga – aveva detto di non sapere nulla e oggi quella testimonianza viene valutata dagli investigatori come la prova di «una certa reticenza»
Bisognerà dunque attendere le indagini per saperne di più; nel frattempo la città non rinuncia a mostrare la propria solidarietà al pizzaolio di via Valcamonica. Su Facebook la pagina della pizzeria da Frank è popolata di persone che testimoniano la propria vicinanza al commerciante, cambiando la propria immagine di profilo in memoria del pizzaiolo.
SONO SENZA PAROLE.per ogni bresciano che vive di notte come me, Frank era un istituzione. l’ultima volta che sono…
Posted by Davide L’Omino on Martedì 11 agosto 2015
Foto copertina: Facebook