Gabrielli sulla senzatetto stuprata a Roma: «Se fosse stata una turista, sarebbe stato diverso»
22/09/2017 di Alice Bellincioni
Dopo aver scoperto che ci sono gli stupratori di serie A e quelli di serie B, adesso dobbiamo imparare anche a riconoscere le vittime di seria A da quelle di serie B. L’invito del capo della polizia Franco Gabrielli ai giornalisti è chiaro: «Le violenze a qualsiasi latitudine e qualsiasi siano le persone coinvolte vanno condannate, ma la loro rappresentazione ha un’incidenza ben diversa perchè se la cittadina 57enne tedesca fosse stata la povera turista è ovvio che avremmo un livello di degrado, violenza e insicurezza pazzesco, cosa diversa è chi vive magari una condizione di degrado nella quale anche l’atto deve trovare una giusta collocazione. E in questo gli organi di informazione hanno un ruolo fondamentale», ha spiegato l’ex prefetto di Roma a Repubblica, a margine della cerimonia di intitolazione del palasport Fiamme Oro A. Vespucci di via Vertumno, alla memoria dell’agente scelto della polizia di stato, Aurelio Santoro.
GABRIELLI E IL COMMENTO SULLO STUPRO DELLA SENZATETTO TEDESCA A VILLA BORGHESE
L’intenzione di Gabrielli era rassicurare i romani sulla sicurezza della Capitale e insieme invitare la stampa a non calcare la mano su fatti di cronaca che alterino la percezione della popolazione: «Ogni forma di violenza va condannata a prescindere dai contesti e dalle situazioni, però, anche con riferimento alla povera cittadina tedesca di 57 anni, se io sparo la notizia della turista tedesca è ovvio che la percezione che si ha all’esterno e anche fuori dal nostro contesto nazionale è di una assoluta gravità, quella di una cittadina che passeggiava tranquillamente per via dei fori imperiali e viene fatta oggetto di violenza. Purtroppo la storia non è questa, stiamo parlando di una persona che viveva una condizione di degrado e marginalità, che è una cosa seria ma che non può essere contrabbandata come il livello di una città completamente allo sbando».
Non è una gaffe quella di Gabrielli – «lo dico con la cautela e anche con il rischio di essere frainteso», ha detto mettendo le mani avanti il capo della polizia. Il suo messaggio però è arrivato abbastanza distinto: solidarietà alla vittima di stupro, ma – trattandosi di una senzatetto – anche se la violenza è avvenuta a Villa Borghese, il parco più importante della Capitale, l’episodio non deve spaventare i romani. Come se la 57enne tedesca fosse stata legata e stuprata dentro a Villa Borghese proprio in quanto clochard. Cosa ben diversa se fosse stata «una povera turista», specifica Gabrielli, e viene da chiedersi come faccia a essere tanto sicuro che la stessa cosa, nello stesso luogo, alla stessa ora, non sarebbe potuta capitare anche a un’altra donna, italiana, turista, emarginata o no. «Uno stupro è sempre uno stupro», cinguettano su Twitter gli utenti a cui le parole del capo della polizia proprio non sono piaciute.
“Se sparo la notizia ‘turista stuprata’ è ovvio che la percezione all’esterno è di assoluta gravità”. Gabrielli ci spiega #TabloidInferno
— Selene Pascarella (@talpabis) 22 settembre 2017
La classifica degli stupri. La clochard tedesca viene solo dopo la turista, no aspetta, dipende da chi l’ha stuprata https://t.co/8QrZleA7Je
— Selene Pascarella (@talpabis) 22 settembre 2017
Per Gabrielli ci sono stupri che devono trovare una giusta collocazione. #unostuproéunostupro pic.twitter.com/s83m31ysVr
— V (@viola23) 22 settembre 2017
Noi accogliamo l’invito di Gabrielli a far rientrare l’allarme stupri, non confermato dai numeri – «questa è una città sicura, perchè se noi la compariamo a grandi metropoli gli indici di delittuosità collocano Roma ancora nella parte bassa del tabellone rispetto a città nelle quali invece alcune forme criminali sono molto più accentuate», ha riferito l’ex prefetto della Capitale – ma non accettiamo che le istituzioni sminuiscano (o puntino il dito contro, come ha implicitamente fatto il sindaco di Firenze Nardella con le due studentesse americane) le vittime di qualsiasi violenza, quando c’è un problema di sicurezza o anche solo di percezione della sicurezza. Uno stupro è sempre uno stupro e questo messaggio non può proprio essere frainteso.
Foto copertina: ANSA/ MASSIMO PERCOSSI