Gene Wilder è morto. Era l’ultima star della commedia USA, Frankenstein Jr il suo cult
29/08/2016 di Boris Sollazzo
GENE WILDER E’ MORTO –
Il suo viso è difficile dimenticarlo, con quei capelli ricci e lo sguardo allucinato, che gli era valso la parte più importante ne La fabbrica di cioccolato, quello di Mel Stuart. Un attore straordinario, eclettico – lo testimonia la presenza nel cast di Gangster Story di Arthur Penn – che ha dato alla commedia Usa l’ultima grande star. Se è Frankenstein Junior il film che lo ha fatto entrare nella storia del cinema – con tanto di nomination alla miglior sceneggiatura non originale (ma se ci fosse stato, doveva essere al casting, visto che Feldman-Igor è un’idea sua), con Richard Pryor in tempi più recenti ha regalato il cult Non guardarmi non ti sento, che scherzava in maniera politicamente scorretta sugli handicap.
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Aveva avuto anche una fortunata carriera come regista: I seduttori della domenica, La signora in rosse, Luna di miele stregata le sue prove dietro la macchina da presa. Aveva 83 anni e da anni soffriva del morbo di Alzheimer. Jordan Walker – Pearlman, il figlio, non ha specificato in che circostanze sia avvenuto il decesso, se non che è avvenuto nella sua casa di Stanford. Jerome Silberman, questo era il suo vero nome, da molto non recitava, proprio per quel male infame per una mente così brillante, per un talento così vivo. E prima ancora era arrivato il cancro, all’inizio del nuovo millennio, quel mostro che già gli aveva portato via la moglie più amata, Gilda Radner, la terza, nel 1989 per un tumore alle ovaie. Disgrazia che lo portò a diventare testimonial attivissimo per la ricerca di fondi per la lotta contro ogni cancro.
Ora se ne va. Ci piace pensare che lo abbia fatto ridendo.