Gesù e i suoi gioielli: micro-storia di un porno-culto

LO SCONTRO – “Ad un certo momento comunque la reliquia andò perduta, per ricomparire solo nel 1856, quando un operaio che lavorava nell’abbazia dichiarò di aver trovato il reliquiario nascosto nello spessore di un muro. La riscoperta portò ad uno scontro teologico con il Prepuzio ufficiale di Calcata, che era venerato ufficialmente dalla Chiesa da centinaia di anni”. Immaginate questo povero operaio, che pur di avere un po’ di notorietà, un’Isola dei Famosi, quantomeno un’Intervista Barbarica, pur di fare il Corona dei noantri, è disposto a dichiarare di aver trovato un prepuzio incastonato in un muro, contro ogni legge della fisica e della logica. Ma operaio operaio, io ti vedo dolorante, io vedo che ti dogli, non sarà mica tuo il prepuzio? L’equivoco porta ad uno scroto teologico con il Prepuzio ufficiale di Calcata, in un’epica battaglia tra il Bene e il Male. Prepuzio ufficiale contro prepuzio ufficioso, fanno a cazzo di ferro e chi la dura la vince. Altro che crociate, se non la sai la storia salla.

SOLUZIONI DRASTICHE – “Nel 1900 la Chiesa risolse il dilemma vietando a chiunque di scrivere o parlare del Santo Prepuzio, pena la scomunica (Decreto no. 37 del 3 febbraio 1900). Nel 1954, dopo lungo dibattito, la punizione venne portata al vitandi (persona da evitare), il grado più grave della scomunica; successivamente il Concilio Vaticano Secondo rimosse dal calendario liturgico la festività della Circoncisione di Cristo”. Ci piace questo modo democratico della chiesa di risolvere il dilemma, bandire il prepuzio dal catechismo, come se nulla fosse accaduto, come se non aveste venerato per 1900 anni la pelle del cazzo di Gesù Cristo. Ma noi qui facciamo Giornalettismo d’inchiesta, e incuranti di scomuniche e anatemi, quali novelli Saviano chiediamo a gran voce che si torni a parlare di questa combriccola del Santo Prepuzio. La sindone ci ha spaccato i maroni, il sangue di San Gennaro ci ha strattonato la minchia, vogliamo delle puntate di Quark sul Santo Prepuzio con Piero Angela che disquisisce dei corpi cavernosi di Gesù Cristo, ma senza facili ironie, solo nel nome della scienza e nel rispetto delle reciproche competenze. Perché teologia e scienza possono coesistere, non dobbiamo necessariamente scavare un solco balano-prepuziale tra la ragione da una parte e la cappella dall’altra.

SANTA CATERINA – Raffreddiamo i toni forse un po’ accesi del dibattito, e torniamo alla mera e brutale narrazione del fatto. La storia narra che anche Caterina da Siena ebbe la sua parte nella mirabile epopea del Santo Prepuzio. Si narra infatti che mentre era raccolta in preghiera ebbe una visione in cui Cristo in persona la invitò a usare il suo Santo Prepuzio come anello nuziale. Una cosa del genere è talmente blasfema che vorrei essermela inventata io, ma purtroppo è prerogativa legittima della storia di Mamma Chiesa. Delle due allora l’una. O Caterina da Siena ha effettivamente visto e udito Gesù Cristo, e quest’ultimo ha un senso dell’umorismo quanto meno opinabile, da far invidia per intenderci a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, oppure in realtà la visione mistica di Caterina da Siena altro non è che parto della sua vivida immaginazione, e quindi è lecito chiedersi su cosa versi abitualmente l’immaginazione di una santa. D’altronde non era proprio Sant’Anna Addolarata Trafitta in Croce che cantava “sono una donna non sono una santa”? Se quando si ha fame si vede cibo in ogni dove, di cosa aveva fame la birba Caterina?

LETTURE CONSIGLIATE – Per chi volesse saperne di più mi permetto infine di consigliare un libello di un anonimo ottocentesco, dal titolo sobrio e circonciso, come si usava un tempo: Narrazione critico storico della Reliquia preziosissima del Santissimo prepuzio di n.s. Signore Gesù Cristo che si venera nella Chiesa Parochiale di Calcata Diocesi di Civita Castellana, e Feudo della Ecc.ma Casa Sinibaldi per ordine di S.E. il signor Marchese Cesare Sinbaldi Gambalunga Barone e Signore di detta Terra. Dal momento che si scrivono libri su qualsiasi cosa, avrà pensato l’anonimo, non vedo proprio perché non scriverne sul Santo Prepuzio, non sia mai che facciamo il tonfo e diamo in culo a Dan Brown. Senza privarvi del dotto piacere di questa lettura vi anticipo che nel capitolo II troverete una Discussione teologica sull’esistenza del santo prepuzio, che pur facendo pensare a un brano di Elio e le storie tese, è per nostra sfortuna tristemente autentico: “Se il prepuzio esiste in Calcata potrebbe dirsi che a Gesù Cristo in cielo manchi qualche parte?… Se in ogni uomo che risorge riparate saranno tutte le parti del corpo quanto più dovea ciò avverarsi nel Salvatore?”

QUESTIONI IRRISOLTE – Il ragionamento del nostro dotto amico non fa una grinza. Se il prepuzio è a Calcata, allora non è in cielo, tertium non datur, come ha fatto Gesù a dimenticarsene? Non poteva farsi un appunto? Quando è risorto è risorto solo lui o anche il prepuzio? E chi ha visto per primo il prepuzio risorto? Le donne, come nel Vangelo? Non sappiamo perché i Padri della Chiesa ci abbiano lasciato con questo vuoto teologico dentro, quello che sappiamo però è che questa volta abbiamo parlato di una parte importante di un giovane uomo, che è vissuto tanti anni or sono, che non si sa bene cosa abbia fatto tra i 12 e i 30 anni ma si sospetta che tutti i giovani del suo tempo sia stato iscritto a Sociologia. Un giovane che fra un po’ compie gli anni, e ci piacerebbe pensare che in questo momento in cui tutti sono più buoni, ad Egli sia consentito ricongiungersi, magari nel Regno dei Cieli, ad una parte a cui, ne son certo, teneva molto. Jingle Bells!

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