Giorgio Chinaglia e i casalesi, tutta la storia
02/04/2012 di Niccolo' Carosio
Giorgio Chinaglia è morto ieri. L’ex giocatore di Lazio e Cosmos viene oggi celebrato su tutti i giornali per la sua grande storia di calciatore, che l’ha portato a infrangere diversi record e a diventare bandiera prima dei biancocelesti e poi del calcio in America. Ma c’è un aspetto piuttosto controverso della sua biografia che oggi non si ricorda abbastanza. Ovvero, quello del tentato acquisto della società di Lotito con i soldi del clan dei Casalesi.
QUELL’INDAGINE A TRADIMENTO – La notizia finisce su tutti i giornali nel maggio del 2006, a parlarne tra i primi è Repubblica:
I magistrati hanno chiesto alla Guardia di Finanza di perquisire l’ abitazione e gli uffici nella capitale di Long John e di altri tre indagati: due promotori finanziari romani, Guido Carlo Di Cosimo, di 54 anni, e Giancarlo Benedetti, di 40 anni, e un imprenditore della provincia di Caserta, Giuseppe Diana, di 47 anni, attivo nel settore del commercio di gpl e sospettato di collegamenti con il temibile clan dei Casalesi. Chinaglia, Di Cosimo e Benedetti sono indagati di riciclaggio aggravato dalla finalità mafiosa, Diana di associazione camorristica ed estorsione.
Ma cosa c’ entra la camorra con l’ acquisto della Lazio? La chiave di tutto è Giuseppe Diana, che nel 2003 contava su una somma pari a 21 milioni di dollari guadagnati con il business della raccolta dei rifiuti. Soldi investiti in Ungheria, che poi gli indagati tentano di far rientrare in Italia attraverso il finanziare ungherese Szilvas Zoltan. Il quale ha la bella pensata di ripulire i denari acquistando società di calcio. Scrive Dario Del Porto: