La favola di Giulia Sarti e dell’hacker cattivo

Galeotto fu il post e chi lo scrisse. Che sia stato l’hacker, il collaboratore o la deputata a 5 Stelle poco importa. Quel che conta è “chiarire” tutto. E Giulia Sarti, deputata del MoVimento 5 Stelle ha provato a dipanare ogni dubbio sull’infelice post sulle pensioni che le è costato persino (per qualche giorno), la pagina Facebook. Ci ha messo qualche dì e non tutti sono rimasti “contenti”.

Calcolo pensionistico postato dall' "accher"
Calcolo pensionistico postato su Fb dall’ “accher”

GIULIA SARTI E L’HACKER – Cosa è successo lo ricorderete tutti. La storia comincia con un post sciagurato, nel senso manzoniano del termine, in cui la Sarti (un hacker, dirà lei dopo), dopo aver abbondantemente insultato i suoi colleghi, sciorinava un calcolo matematico indegno persino di un bambino della scuola elementare.

sarti 2

L’incredibile ignoranza del processo di calcolo poteva forse creare qualche dubbio sull’autenticità del gesto. Forse. Comunque sia c’è chi ha preso la notizia dei 5 mila euro al mese con un certo giubilo:

Caos in rete, seguaci impazziti. Chi è al timone del suo pc? Dopo i titoloni di diversi giornali online la pagina fan di Sarti muore:

sarti 4 Ed è il silenzio. Lungo, lento e inesorabile. Illuminato solo da una dichiarazione all’HuffPost: non è stata lei. Tutto tace anche da parte dello staff comunicazione. Già i maligni ridevano sotto i baffi, non sapendo che colpo di scena era in agguato e la verità stava per essere ristabilita.

La bestia ignorante era un hacker. Hacker malefico, che aveva sbagliato apposta per gettare fango sull’inerme cittadina pentastellata. Una diabolica mente che si è infilata nel pc della Sarti abituata spesso ad usare wi-fi liberi o labili. Possa la sua anima bruciare negli inferi.

MA – Purtroppo il mondo e brutto, e nessuno è profeta in Patria, perciò le spiegazioni della Sarti non hanno raccolto un grande successo persino sui canali della povera cittadina. Nonostante la spiegazione. Già ieri riportavamo le prime critiche all’inappuntabile post della Sarti:

Nemmeno aggiungere disegnini ha convinto: sarti in the middle (Sarti in the middle) e nonostante la teoria:

Il furto delle credenziali di accesso, a quanto mi è stato spiegato, può essere avvenuto in diverse circostanze. Per lavoro, mi è capitato spesso di collegarmi a reti wireless condivise e pubbliche di alberghi, locali pubblici, Trenitalia e quelle disponibili nelle maggiori piazze italiane. Attraverso programmi specifici si può mettere in atto un attacco di intercettazione delle informazioni che attraversano la rete condivisa attraverso la tecnica di ”Man in The Middle” (MITM).

 

 

LA FINE? – Giulia ci ha provato. Nada da fare. Su Twitter è partito l’hashtag #attaccoaccher, raccolto ora in uno storify da Framino. Leggetelo, ma attenti a riderne: un giorno un hacker potrebbe mettere in bocca anche a voi strampalate riforme pensionistiche. E allora nessuno verrà a salvarvi. Ecco qui la reazione alla spiegazione.

Quelli che fanno ironia:

 

Quelli che la buttano sul meme

 

Quelli che subito mettono in mezzo la polizia (miscredenti che non siete altro)

E infine quelli che semplicemente, ne ridono:

Ci sono perfino i grammar-nazi:

 

 

I campioni sulla sua pagina fan sono due commenti che hanno superato i 100 like: “Ottima arrampicata sugli specchi, Giulia. Davvero spettacolare. Forse qualche bambino dell’asilo se la beve, ma solo se non ha mai usato un PC. Ed è interessante, talmente interessante che TUTTI stiamo aspettando che tu posti la COPIA della DENUNCIA alla polizia postale del reato, perchè SE FOSSE VERO sarebbe un REATO, lo sai, vero?” oppure “Pure io ho subìto un #attaccoaccher e adesso se vado sui siti con le donne nude, le vedo vestite”.

sarti 10

Che dire. Siete l’Italia che non vuole bene. Manco a Giulia Sarti.

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