Gli aerei che potevano saltare in aria

L’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile ha aperto un’inchiesta sulla società Air Italy, compagnia aerea gemella della Meridiana, che nei mesi scorsi per ben tre volte ha fatto rifornimento di carburante con motori accesi e passeggeri a bordo.

GIOCO PERICOLOSO – Gli aerei sarebbero potuti saltare in aria da un momento all’altro. Ne parla Alessandra Carta su L’Unione Sarda:

Motori accesi e passeggeri a bordo: un rifornimento pazzo ripetuto tre volte. Perché quei due Boeing 767 potevano saltare in aria. E adesso Air Italy, la gemella di Meridiana, la nuova alleata dell’Aga Khan, la compagnia portata in dote da Giuseppe Gentile, rischia di finire fuori dal mercato. All’Ente nazionale per l’aviazione civile – sede a Roma – hanno aperto un fascicolo. Vogliono vederci chiaro all’Enac. E lo confermano: «Stiamo facendo approfondimenti ». Tutto è cominciato con la denuncia firmata dalla sigla autonoma Usb. Dunque, Air Italy potrebbe uscire di pista. Per sempre, lasciando a terra anche Gentile, il comandante-fondatore della compagnia col tricolore, nonché amministratore delegato di Meridiana dopo l’alleanza. È stata l’Usb a far scoppiare la bomba, almeno negli uffici che si occupano di voli e sicurezza. Non fosse altro che due piloti Air Italy hanno trasformato gli aerei in potenziali ordigni: i motori lasciati accesi durante il rifornimento di carburante. Per di più quei Boeing 767 erano carichi di passeggeri. Turisti volati oltre oceano. La partenza da Milano Malpensa.

 

LEGGI ANCHE: L’aereo che si schianta contro una montagna

 

I RISCHI – Air Italy rischia la perdita del Certificato di operatore aereo. Continua Carta su L’Unione Sarda:

Le regole del corretto trabocco sono state infrante tre volte, in Air Italy: nella cubana Cayo Largo, a Roatan in Honduras e nel piazzale di Nosy Be, in Madagascar. Così tra il 16 febbraio e il 24 marzo. Tanto che la compagnia può arrivare a perdere il Certificato di operatore aereo (Coa), se l’Enac trova le prove. Ovvero, dimostra che gli aerei di Gentile non hanno rispettato le procedure. Fino a commettere una leggerezza che è l’abc per i naviganti (ma il motore lo lasciano spento tutti gli automobilisti, neopatentati compresi, e pure i centauri della domenica). A Roma il fascicolo di Air Italy è sulle scrivanie che contano. Dall’Ufficio stampa sono lapidari: «Sì, abbiamo ricevuto la segnalazione dal sindacato Usb. Stiamo portando avanti gli approfondimenti del caso». Di certo, la compagnia di Gentile si beccherà una sanzione. E non bazzecole.

LE COLPE – La caccia alle responsabilità è partita. Il managment accusa i piloti. E i piloti, dal canto loro, fanno sapere si aver obbedito ad un ordine di scuderia:

Del resto, negli aeroporti di tutto il globo sono diventati una via Crucis, i controlli antiterrorismo: il rischio strage è sempre dietro l’angolo, dopo l’11 settembre. E adesso si è aggiunta Air Italy a complicare la partita della sicurezza. È storia nota che Gentile e l’Usb non si sopportino. Il sindacato da subito ha bocciato la strategia del comandante- ad, contestando l’accordo del 18 novembre, quello che ha tagliato dell’otto per cento gli stipendi al personale di volo (la sigla, tuttavia, non era ammessa al tavolo). Ma adesso le relazioni industriali non c’entrano nulla. Anzi: gli autonomi difendono i piloti Air Italy. Perché spegnendo i motori, i Boeing sarebbero stati costretti a ore di stop. Un disservizio. E il management della compagnia – dicono gli autonomi – avrebbe incolpato i naviganti. Infatti: i 767 in questione avevano l’Apu rotto. Ovvero, il motorino di avviamento. In alternativa, si usa l’Asu che è a disposizione in tutti gli scali. Ma non a Cuba, in Honduras e nel Madagascar. Insomma, a sentire l’Usb i piloti Air Italy non hanno fatto altro che obbedire a un ordine di scuderia. Quindi, per la sigla autonoma sono i vertici aziendali i soli responsabili del fattaccio. Di certo, il sindacato ha mandato una lettera-denuncia pure all’Easa, l’agenzia europea per la sicurezza aerea. Ora i rifornimenti pazzi di Air Italy rischiano di diventare un caso internazionale. Altro che la taglia 42.

LEGGI ANCHE:

Share this article