Gli americani saranno più asiatici e meno latini

L’appeal degli Stati Uniti per chi vive a Sud del Rio Grande è in calo, così come la natalità tra gli immigrati d’origine latina, così aumenta la rilevanza degli immigrati d’origine asiatica nel mix demografico statunitense.

La distribuzione dei nativi americani
La distribuzione dei nativi americani

IL CALO DEGLI ISPANICI – Siamo al secondo anno di seguito nel quale l’immigrazione che attraversa il Pacifico segna numeri superiori a quella proveniente da Sud, 338.000 asiatici contro i 224.000 ispanici. Per i primi si tratta di un aumento del 68% sul picco ragistrato alla vigilia della recessione, intorno al 2008, per i secondi di un picco negativo del 60% rispetto ai massimi registrati nel 2005 e 2006, almeno stando ai calcoli di William Frey, demografo della Brookings Institution di Washington.

DIVERSE CAUSE – Ma non è stata la recessione a cambiare le carte in tavola, hanno contribuito anche fattori esogeni come il parallelo crescere di molte economie nei paesi a sud degli Stati Uniti e il rafforzamento della guardia ai confini terrestri, attraverso i quali passavano a migliaia i sudamericani e centramericani in cerca di fortuna.

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IL BILANCIO DEMOGRAFICO – Persistendo la bassa natalità della popolazione bianca, gli aumenti demografici restano patrimonio delle minoranze e i latini sono tra quelle che più velocemente stanno avvicinando il loro tasso di fertilità ai valori più bassi, una tendenza osservata anche in Sudamerica, anche con maggiore evidenza. I bianchi non ispanici occupano comunque il 62,6% dei posti pubblici, un dato in leggero calo dal 63% dell’anno precedente, ma sostanzialmente stabile, soprattutto considerando che sono il gruppo con l’età media più elevata e che per il secondo anno ha registrato un numero di morti superiori alle nascite. Dopo i bianchi non ispanici, la popolazione degli Stati Uniti è ora composta da un 17% di latini, da un 12% di neri e dal 5% di asiatici, mentre i nativi, indiani americani o hawaiiani, sono appena l’1%.

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