Gli emendamenti più incredibili alla Riforma del Senato
25/07/2014 di Stefania Carboni
Coorte dei rappresentanti, Bulè dei rappresentanti, Corte degli eletti: dipende dai punti di vista. Addentrarsi negli 8mila emendamenti della riforma del Senato potrebbe esser una nuova tortura, sempre se non la si prende con ilarità. Come l’opposizione ha costruito la sua “macchina da guerra” per bloccare Palazzo Madama? Tramite virgole, numeri seriali e fantasiose parole sostitutive.
NUMERO UNO: SERVIZIO BIGNAMI – Montecitorio può diventare qualsiasi cosa: bulè, curia, corte nazionale, congregazione degli eletti. Tipo così:
Emendamento n. 1.1626: sostituire le parole “Camera dei Deputati” con le seguenti “Curia degli Eletti”;
Emendamento n. 1.1627: sostituire le parole “Camera dei Deputati” con le seguenti “Corte Nazionale”;
Emendamento n. 1.1628: sostituire le parole “Camera dei Deputati” con le parole “Coorte dei rappresentanti”;
Emendamento n. 1.1629: con le parole “Coorte degli eletti”; Emendamento n. 1.16.30: con le parole “Bulè nazionale”;
Emendamento n. 1.1631: con le parole “Bulè dei rappresentanti”; Emendamento n. 1.1634: con le parole “Congregazione dei rappresentanti”;
Emendamento n. 1.1635: con le parole “Congregazione degli eletti”
NUMERO DUE: IL KILLER SERIALE – A quanto ridurre il numero delle poltrone? 315, 314, 300, 12, 40, 10….
Ogni partito rilancia la sua scommessa quote. Ma c’è anche la versione “numero soppressivo”. Quali articoli eliminare? Da uno a 16 o uno, due, tre, quattro, cinque, sei…
NUMERO TRE: L’INNO REGIONALE – I leghisti non potevano mancare in questa guerra, suggerendo bandiera e inno per ogni regione d’Italia:
NUMERO QUATTRO: L’ORRORE GRAMMATICALE – La Camera dei deputati è «letta»: l’emendamento è «inammissibile».
NUMERO CINQUE: L’EMENDAMENTO PROVA COSTUME – Ebbene sì: la Camera diventa «Dieta nazionale» o «Dieta dei rappresentanti». Non ci dovrebbe essere il contingentamento dei tempi solo per sentirne la discussione. Da notare la differenza tra «capo verso» e «capoverso».
RIDI, RIDI, CHE … – Si potrebbe proseguire all’infinito scovando virgole, cambi di parola, formulazioni di termini da far paura ai campionati di Ruzzle. Ma c’è poco da scherzare: come l’emendamento 1.0.22, presentato dal leghista Stefano Candiani:
“Fermi restando i dodici deputati eletti nella circoscrizione Estero, la legge costituzionale stabilisce il numero minimo dei rappresentanti delle minoranze linguistiche fra i cinquecento deputati eletti a suffragio universale”.
Che, come spiega Libero, è un unico comma che tratta non solo delle minoranze linguistiche ma anche di temi “spacchettabili”. Sul suddetto emendamento non c’è voto palese (tratta infatti di minoranze linguistiche). Approvandolo (con l’aiuto di franchi tiratori) potrebbe far saltare i piani in aula.
(Foto di copertina: Roberto Monaldo/LaPresse)