«Google sta giocando a fare il poliziotto digitale?»
07/08/2014 di Valentina Spotti
Arrestato per possesso di materiale pedopornografico, scoperto grazie a una segnalazione di Google che – come è noto – traccia il contenuto dei messaggi di posta elettronica inviati e ricevuti tramite Gmail per poter inviare ai propri utenti messaggi pubblicitari personalizzati. Le manette sono scattate per John Henry Skillern, 41enne di Houston, in Texas, che aveva inviato via mail foto inequivocabili con una minorenne come protagonista. Il caso dell’arresto di Skillern, tuttavia, ha scatenato diverse polemiche negli Stati Uniti che torna a interrogarsi sul concetto di privacy ai tempi del web.
GOOGLE LEGGE LE NOSTRE MAIL? – Pur riconoscendo che, in questo caso, si è tratta di una segnalazione che ha portato le autorità sulle tracce di un individuo che ha commesso un crimine odioso, le modalità che hanno permesso questo arresto hanno sollevato diverse domande sul meccanismo “dietro le quinte”: Google controlla i contenuti dei messaggi inviati da Gmail in cerca di potenziali attività illegali? È compito di Google segnalare alle autorità quello che un utente salva nel proprio account Gmail? Ma, come sottolinea Sarah Perez su TechCrunch, questo genere di interrogativi dimostrano un fraintendimento di fondo del ruolo che Google avrebbe avuto nell’arresto di quest’uomo.
COSA FA GOOGLE DENTRO LE NOSTRE CASELLE DI POSTA – «Oggi – scrive Perez – La maggior parte degli utenti sa come Google utilizzi un certo tipo di tecnologia che “esamina” il contenuto delle mail alla ricerca di parole chiave particolarmente rilevanti, in modo da poter proporre messaggi pubblicitari ad hoc. Nessun occhio umano legge le nostre mail, né nessun addetto di Google stava frugando tra i messaggi di Skillern alla ricerca di immagini illegali. Google non esamina in nessun modo – né con un occhio umano né con l’uso della tecnologia – gli account dei suoi utenti alla ricerca di criminali, di attività illegali o di presunte associazioni a delinquere».
LA LOTTA ALLA PEDOPORNOGRAFIA – Il caso in questione, tuttavia, vede al centro di tutta la storia la presenza di immagini pedopornografiche, ed è su questo dettaglio che è necessario soffermarsi per capire come sia stato possibile intercettare quelle foto e denunciarle alle autorità. Il traffico di materiale pedopornografico via internet è un problema che tutte le grandi aziende del web hanno dovuto affrontare, inclusi veri e propri colossi come Microsoft e Google. Per arginare questo problema sono state elaborate diverse tecnologie, in grado di identificare le immagini a carattere pedopornografico: uno di questi sistemi denominato PhotoDNA, è stato messo a punto da Microsoft ed è in grado di “leggere” le foto, riconoscendone il soggetto.
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IMMAGINI RICONOSCIUTE AUTOMATICAMENTE – Nel corso degli anni, Microsoft e Google hanno lavorato insieme per migliorare queste tecnologie e renderle sempre più efficienti, spiegando ai propri utenti, almeno nel caso di Microsoft, che genere di contenuti venisse bloccato e perché. Con l’arresto di Skillern a Houston, ora anche Google ha precisato che ogni volta che il sistema riconosce un’immagine come “illegale” in ciascuno dei servizi Google, questa viene immediatamente rimossa e segnalata al National Center for Missing and Exploited Children. A catturare l’attenzione della stampa e degli utenti, secondo TechChrunch, sarebbe stato il fatto che nessuno sarebbe stato consapevole del fatto che Google ha cominciato ad applicare questa tecnologia anche dentro alle caselle di Gmail, sollevando il dubbio che Google stia facendo il “poliziotto digitale” tra la posta elettronica dei suoi utenti. Tuttavia, la lotta alla pedopornografia è uno degli obiettivi dichiarati di Google, che in più occasioni ha spiegato di applicare il principio di “tolleranza zero” rispetto a crimini di questo genere. «È una cosa cui nessuna persona assennata dovrebbe avere niente da ridire – conclude Sarah Perez – E se vi sta bene il fatto di usare gratuitamente Gmail a patto che Google possa mandarvi annunci personalizzati “esaminando” la vostra posta allora dovrebbe starvi bene anche il fatto che Google usi una tecnologia per cercare eventuali immagini di bambini sottoposti ad abusi».
(Photocredit copertina: Foto: AP Photo/Alexander F. Yuan)