Guido Olimpio: quando il giornalismo è troppo amico dei servizi segreti

TUTTA LA STORIA – La storia la racconta Luca Bauccio a Silvia Cattori. Bauccio è tra i fondatori di YouReporter e avvocato specializzato nella difesa dei diritti civili e umani. Lo stesso che ha ottenuto la condanna di Allam citata in precedenza e che si è impegnato in numerosi altri processi che hanno visto protagonisti, loro malgrado, diverse vittime della frenesia antiterroristica. Vittime che si contano a centinaia. Riassume Cattori:

Guido Olimpio aveva scritto nel 1997 sul quotidiano Corriere della Sera che i dirigenti della banca Al Taqwa, i signori Nada e Himmat, finanziavano il terrorismo. Questa menzogna è stata ripresa nel mondo intero da giornalisti, o ignoranti o complici perché legati a dei servizi segreti.
Il loro nome screditato, la loro banca è fallita, la loro vita si è trasformata in un incubo. Oggi, dopo 14 anni di sofferenze, la Corte d’Appello di Milano ha reso loro giustizia condannando Guido Olimpio per falsità e diffamazione.

 

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Bauccio spiega il percorso gudiziario e le condanne riportate da Olimpio:

L’ultima condanna è della Corte d’Appello di Milano, Sezione civile. Il procedimento è nato come un procedimento penale. E anche la Corte d’Appello penale di Milano aveva condannato nel 2005 Guido Olimpio. Poi il procedimento è andato in Cassazione; poi è tornato alla Sezione civile, anche perché il reato intanto si era prescritto. È una sentenza di alcune settimane fa [26 dicembre]. Il motivo della condanna consiste in questo: la Corte d’Appello di Milano ha verificato che tutte le affermazioni di Guido Olimpio rivolte contro l’ingegner Nada e il signor Himmat erano false.

Le procure hanno indagato e scoperto che non c’era nulla di vero in quanto affermato da Olimpio, che si è difeso, sempre secondo Bauccio:

Guido Olimpio nel processo -questo è un fatto molto importante e in qualche modo lo giudico scandaloso- si è difeso producendo dei rapporti dei servizi segreti.

Ma non basta, perché l’avvocato aggiunge accuse ancora più gravi

In più, nel nostro caso, -lo aveva accertato già il Tribunale nel 2003 e oggi la Corte d’Appello lo ha ribadito- Guido Olimpio ha falsamente affermato che quei dossier dei servizi segreti avevano una data anteriore al suo articolo: “Io ho letto questi dossier e quindi ho pubblicato la notizia”. Ma noi abbiamo scoperto nel processo, e lo abbiamo dimostrato, che due dei tre dossier, quelli decisivi, erano successivi all’articolo. Quindi, come ha ritenuto anche la Corte penale d’Appello di Milano, è probabile invece che i servizi segreti abbiano copiato o preso spunto dall’articolo di Guido Olimpio e non il contrario.

LA SEDE PROCESSUALE – Secondo l’avvocato Bauccio e il tribunale, Olimpio è quindi responsabile della distruzione degli affari e della reputazione dei due banchieri (un egiziano e un siriano) della loro banca. E in sede processuale si è comportato anche peggio:

E questi dossier, io lo dico chiaramente perché sono atti del processo, sono stati presentati al giudice con la data cancellata. Questo è veramente gravissimo. I dossier avevano la data cancellata ; e Guido Olimpio ha dichiarato che erano precedenti. Noi abbiamo dimostrato che erano successivi. Ma se non ci fossimo riusciti saremmo rimasti schiacciati da questo imbroglio. Questo è gravissimo, gravissimo.

In effetti non si riesce ad immaginare niente di più grave di un giornalista che agisce di concerto con i servizi segreti, quali che siano le sue motivazioni e ancora più grave è che i servizi italiani abbiano offerto quei dossier da portare al massacro in tribunale, perché non si parla di dossier falsi, ma di veri dossier dei servizi, contenenti gli stessi falsi prodotti da Olimpio e a lor volta falsificati nella data.

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