L’attrice Gwyneth Paltrow accusata di diffondere bufale sul sito Goop

25/08/2017 di Redazione

Giornate difficili per Gwyneth Paltrow, l’affascinante attrice figlia del regista Bruce Paltrow e dell’attrice Blythe Danner, che diffonderebbe consigli e approfondimenti ingannevoli sulla salute. A muovere la pesante accusa contro il suo brand è il comitato di controllo a favore dei consumatori Tina, che disapprova l’attività volta a diffondere conoscenze mediche senza una solida base scientifica. Nel mirino di Tina ci sono poco meno di una cinquantina di prodotti che vengono distribuiti sul portale dell’attrice Goop per curare disturbi come la depressione, l’ansia, l’insonnia o l’infertilità. La questione è stata affrontata anche dal TgCom 24 in quest’articolo.

GWYNETH PALTROW E IL SUO SITO DI LIFESTYLE GOOP: LE VERITÀ SUI PRODOTTI IN VENDITA

Non è la prima volta che Gwyneth Paltrow viene accusata di diffondere bufale sul suo sito di lifestyle. Poco più di un anno fa il giornalista Stefano Dalla Casa utilizzava queste parole in un servizio realizzato per Wired. Riavvolgendo il nastro, sono quasi dieci anni che l’attrice statunitense ha lanciato Goop (il nomignolo con cui Gwyneth Paltrow è nota tra gli amici) un sito di moda e salute che più di una volta a settimana aggiorna il suo pubblico attraverso una newsletter in cui la cantante propone alcuni prodotti, raccontandone le caratteristiche. Ma non solo: si parla anche di eventi, trattamenti di bellezza e ricette di cucina che ha avuto l’occasione di sperimentare durante la sua attività.

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GWYNETH PALTROW E IL SUO SITO DI LIFESTYLE GOOP: L’ATTACCO DEL COMITATO TINA

La denuncia partita dal comitato Tina si scaglia contro l’attendibilità delle indicazioni sui prodotti indicati sul sito di bellezza. «Il problema – sostiene Tina in un comunicato ufficiale diffuso nelle scorse ore – è che l’azienda (Goop, ndr) non ha la competenza o prove scientifiche affidabili per avanzare certe pretese come richiesto dalla legge». C’è da dire che inizialmente lo stesso comitato aveva invitato il brand a fare cambiamenti sulle pagine del suo sito ma non aveva ottenuto risultati. Proprio per questo motivo, ora il reclamo finisce dinanzi alla California Food, Drug and Medical Device Task Force, un ente di controllo su cibo e medicinali.

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