L’hoverboard-mania è scoppiata. Cosa è, come funziona e il prezzo giusto per comprarlo

08/12/2015 di Mazzetta

HOVERBOARD, PREZZO PER TUTTI –

I prezzi variano come varia la qualità, la Shenzhen Topjoy International Development Co., Ltd ad esempio  li offre all’ingrosso ai rivenditori che ne comprano almeno 20 a circa 200 dollari e dice di poterne produrre fino a 3.000 al mese, modello «long range» da 500W, ma con poco più di 200 dollari a cliente finale si possono trovare alcuni modelli di altri produttori. Il range di prezzo arriva però a superare i 1.800 per i modelli più sofisticati. Ce ne sono infatti che sfoggiano luci led davanti e dietro, altoparlanti collegabili via bluetooth allo smartphone e altre amenità, oltre a una differente qualità costruttiva e qualitativa che però risulta difficile da valutare, visto che si tratta di dispositivi all’apparenza molto simili e produttori sconosciuti. C’è poi da fare attenzione a un particolare, che siano in plastica o in metallo le carrozzerie sembrano intrinsecamente esposte all’abrasione di alcune parti, in particolare ai carter delle ruote, che finiscono grattati a ogni ribaltamento del mezzo, circostanza più che frequente. Meno eleganti, ma più pratici, sono quindi quelli che sfoggiano vistose e ampie protezioni antiurto sopra le ruote e le parti sporgenti della carrozzeria.

LA QUESTIONE DELLA SICUREZZA –

Se dal punto di vista della sicurezza non sembrano una minaccia per i loro guidatori e per chi gli è intorno, gli hoverboard si sono segnalati come un pericolo per un altro motivo: le batterie. Diversi incendi, alcuni veramente rovinosi, hanno colpito le abitazioni di altrettanti clienti che si sono buttati su questo gadget all’ultima moda. Le batterie sono grosse e sembrano che possano scatenare incendi molto pericolosi, tanto che più di un’autorità preposta alla sicurezza ha già notificato allarmi e inviti a servirsi da rivenditori con una certa reputazione per evitare di dar fuoco a casa proprio sotto Natale. Almeno un esemplare sarebbe «esploso» e poi si sarebbe incendiato durante il funzionamento, ma senza ferire il passeggero. Nel Regno Unito c’è anche stato il sequestro di 15.000 pezzi di un modello considerato pericoloso. La difficoltà nel valutare prestazioni e qualità dei modelli ha frenato un gigante come Wal Mart, che ha deciso di non venderli

LA QUESTIONE DELLA PROGENITURA –

Non è chiaro chi sia stato il primo a mettere sul mercato un hoverboard, ma quel che è certo che questo diritto di progenitura vale tantissimo e che c’è già battaglia per assicurarselo. Se in Cina è la Chic Robotics che cerca di difendere i suoi brevetti provando a far causa ai maggiori produttori concorrenti, negli Stati Uniti si è fatta avanti la Razor, che per prima ha fatto causa alla Swagway rivendicando l’esclusiva sul territorio americano.

LA MEMEFATTURA DI UN NUOVO MODELLO DI TRASPORTO –

A margine dell’inchiesta sugli hoverboard Bernstein riflette sul memeufacturing, la capacità del sistema industriale cinese di tradurre un meme in un prodotto e infine in una tendenza di mercato, com’è accaduto nel caso degli hoverboard, promossi non dal marketing di qualche industria, ma affermatisi grazie ai video di alcuni personaggi dello spettacolo e poi dei loro emuli alle prese con il nuovo oggetto, presto diventato oggetto di desiderio. Una flessibilità garantita dall’esistenza di migliaia di piccole e medie aziende pronte a gettarsi su ogni spiraglio offerto dal mercato e a coprire qualsiasi nicchia, figurarsi un mercato da milioni di pezzi come promette di essere quello degli hoverboard, ancora vergine e non presidiato dai colossi dell’elettronica. Ma una versatilità che è anche figlia di un processo caotico che comincia quando l’idea o una commessa raggiungono il sistema produttivo cinese, attivandone la manipolazione e la riproduzione, che continuano naturalmente fino al punto di saturazione del potenziale mercato da parte di aziende che sono allo stesso tempo concorrenti o associate o collegate da una relazione cliente-fornitore. Quasi un automatismo che reagisce a una domanda che s’esprime primariamente attraverso la rete, privilegiando le reti sociali. I desideri dei consumatori diventano quindi prodotti prontamente disponibili, chiudendo un circolo produttivo del tutto nuovo e talmente veloce da spiazzare i produttori tradizionali e i marchi più affermati.

IL FUTURO DEGLI HOVERBOARD –

Non è ancora chiaro se questi nuovi dispositivi potranno affermarsi come mezzi di trasporto, soprattutto in virtù del fatto che richiedono un certo equilibrio per essere condotti. A condannare gli hoverboard a rimanere gadget dedicati all’intrattenimento potrebbero essere altri dispositivi, concettualmente non dissimili, che ne superano i limiti, come la WalkCar creata dalla giapponese Cocoa Motors, una tavoletta che racchiude le virtù dei Segway e la praticità di un appoggio sulle 4 ruote. 10 chilometri di velocità massima, si attiva e si blocca quando il passeggero sale e scende, porta fino a 120 chilogrammi per 12 chilometri, si dirige spostando il peso sulla tavoletta e richiede molta meno attenzione e sforzi per rimanere in equilibrio. Potrebbe diventare un veicolo del futuro o forse no, ma oggi sembra nettamente favorito sugli hoverboard.

(Photocredit copertina: Christopher Furlong/Getty Images)

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